Eroicamente sgominata banda di ladri di immigrati

Economia e Politica

Milano 9 Settembre – E’ una storia commovente di grande attaccamento al dovere, di abnegazione e di successo quella che vi racconteremo. Ha i suoi eroi. Ma, soprattutto, ha i suoi nemici. Nemici crudeli ed astuti. Pronti a tutti per perpetrare i propri efferati crimini. Qualcuno potrebbe pensare che chiunque porti i clandestini fuori dall’Italia faccia bene. Stolti! I profughi aspiranti villeggianti sono pura ricchezza per la nazione. Danno lavoro alle onestissime coop. Un giorno voteranno finalmente politici politicamente corretti, come quelli del Pd. E poi pagheranno a tutti le pensioni. Come possano riuscirci non si sa, visto che col cavolo che lavorano, ma questi sono squallidi dettagli, indegni delle alte menti di sinistra. Torniamo a noi, dunque. Qualcuno ci vuole rubare queste risorse. Tipo i tombaroli, per capirci, che scavano e sottraggono tesori che appartengono ai magazzini polverosi dei musei che non sanno che diamine farsene e poi li vendono. Capite quanto sono sottilmente diabolici questi individui? È dal 16 Marzo 2016 che il nostro efficientissimo Stato sa che qualcuno sta sottraendo benzina al motore, questa la tragica storia come riportato, con raro coraggio civile, dal Corriere della Sera:

passeurI siriani attendevano i passeur all’interno di appartamenti (vere seconde case) comprati dai trafficanti in Ungheria per avere un appoggio sicuro, oppure nelle stanze di alberghi anche con la compiacenza prezzolata dei direttori. Sulla pelle dei profughi han voluto mangiarci in tanti, compresi disoccupati e scansafatiche italiani che pensavano di guadagnare con un lavoretto semplice semplice: sono stati catturati, qualcuno è in galera da mesi anche all’estero e chissà quando uscirà. «Alì il tunisino» ha frequentemente cambiato (invano, le intercettazioni sono state numerose e decisive) il telefonino, strumento essenziale nella gestione della rete dei trafficanti insieme ai veicoli. Un altro capo dell’organizzazione, il 34enne Diaa Daher (casa a Erba) era titolare di una ditta fittizia e intestatario di 80 tra macchine e furgoni, tutti via via fermati sulle rotte dei viaggi clandestini dalla polizia austriaca, tedesca e italiana. La nazionalità dell’aguzzino Daher è la stessa di chi per ore, al freddo, per centinaia e centinaia di chilometri, se ne stava schiacciato dentro i suoi mezzi: nazionalità siriana.

Hanno proprio ragione. In tanti volevano mangiare sui profughi. In tanti oltre a noi sarebbe stato più vero, ma molto, molto meno politicamente corretto. Quindi si è preferito optare per una storia strappalacrime da cui esce che portare dei Siriani a chiedere asilo dove stracavolo vogliono, perché hanno delle vere radici sarebbe stato un atto disumano. Al contrario, ovviamente, è umanissimo applicare un trattato come Dublino, siglato in un’epoca completamente differente. Quindi, signori, brindiamo. Alì il Tunisino è ospite delle patrie galere e i Siriani resteranno ospiti dovunque siano, probabilmente nel ghetto di Sammartini. Sempre che qui ce ne siano. Di certo chi è rimasto sono gli immigrati Africani che fuggono verso il nostro Stato Sociale e non certo da guerre o persecuzioni.

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