Un rapporto dei dirigenti rivela: Giunta Pisapia assegna tante risorse senza gara e in maniera discrezionale

Fabrizio c'è Milano

Milano 17 Febbraio – “Frequente” o anche “pressoché costante ricorso alla procedura negoziata” invece che a una “procedura a evidenza pubblica”. Controlli sui fondi erogati “circoscritti” alla “sola autocertificazione” dei beneficiari. Sono fra i rilievi sugli atti e procedimenti dell’amministrazione messi nero su bianco dal segretario generale di palazzo Marino Ileana Musico’. Il documento è il “Referto finale sull’attività di controllo successivo dì regolarità amministrativa sugli atti e sui procedimenti”, redatto sul 2014 in base a un Piano di verifiche interne adottato per attuare nuove disposizioni di legge del 2012.

Al vaglio, la regolarità degli atti delle diverse direzioni comunali, dalle autorizzazioni commerciali ai contributi e sussidi, dagli incarichi professionali agli appalti. Le critiche contenute nel report sono state rese pubbliche ieri dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato. Il segretario generale rileva per il Settore Biblioteche “una parcellizzazione nell’affidamento dei servizi non sempre sorretta da adeguata motivazione e una poco coerente strutturazione del procedimento”, per cui “non viene esplicitata in modo sistematico la ratio dell’incremento dell’impegno economico”. Una “mancanza di adeguata strutturazione” per i procedimenti della direzione Decentramento, sulla quale si riscontra che “la maggior parte degli appalti esaminati è di non significativa entità economica e pertanto è pressoché costante il ricorso alla procedura negoziata”. Su questo punto insiste Massimo Girtanner, consigliere di zona 6: “Nelle zone – ha detto Girtanner in conferenza stampa con De Corato – l’erogazione dei contributi e la loro entità è a discrezione dei presidenti di commissione. Sulla loro mail e non al protocollo del consiglio di zona arrivano le richieste di contributo e loro effettuano una prima cernita dei progetti che ritengono meritevoli di contributo. E questi progetti diventano poi oggetto di una specie di mercato delle vacche, in cui la richiesta originaria di contributo viene rivista e abbassata per non superare il limite di 3.050 euro, oltre il quale occorre procedere per bando pubblico. Così vengono ormai erogati i cosiddetti fondi Map – Mandati di anticipazione, pari a circa 100mila euro l’anno per zona”. I rilevi maggiori nel report di Musico’ riguardano però la Direzione Politiche sociali: sugli atti esaminati “si è riscontrato che in alcuni casi – si legge nel documento – la scelta del partner del terzo settore per l’attuazione del progetto cofinanziato è avvenuta sulla base della valutazione della sola pregressa esperienza del soggetto, senza che l’individuazione del medesimo sia stata preceduta da un avviso pubblico e da una conseguente procedura ad evidenza pubblica”. Ancora “in riferimento alle procedure negoziate esaminate non sono state evidenziate problematicità in merito al ricorso a tale modalità di scelta del contraente, in quanto i presupposti legittimanti sono stati di volta in volta individuati in situazioni di urgenza oggettiva connesse al fenomeno ‘Emergenza profughi’, in precedenti gare a evidenza pubblica andate deserte o nel legittimo esercizio di una facoltà (prosecuzione del rapporto contrattuale”. Per tutti i procedimenti serve “una maggiore attenzione nella formalizzazione degli atti e nella verifica dell’effettiva sussistenza di tutti i requisiti autocertificati”. Per la direzione Sport e qualità della vita, viene “accertata in alcuni casi l’assenza di un provvedimento quadro nel quale venga data evidenza in modo chiaro e sistematico di tutte le sovvenzioni, sia dirette sia indirette” e “si conferma la necessità di una migliore e più puntuale strutturazione del sistema dei controlli in ordine alla modalità di utilizzo dei fondi erogati, che non può essere circoscritta, come in alcuni casi accade, alla sola autocertificazione da parte del beneficiario del contributo”. Per De Corato “il modo di lavorare dell’amministrazione arancione non solo è approssimativo, ma è anche contro la trasparenza che vuole bandi aperti e giusti e non fondi tramite assegnazione diretta”.

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