Claudio Ardigò, innamorato della Luna, offre il suo canto in versi
Luna, profumata di sogni, forse “sanguinante di dolore”, imperiosa “con gli occhi nudi che divorano e l’arcobaleno fra i denti”, non fuggire, guarda un attimo, anche soltanto un attimo, quell’uomo nudo che ancora vuol ballare, ma è stanco “Stanco/sospeso/su una lacrima/di rugiada/aspetto/la farfalla/che mi riporti/a casa/sulla Luna.” Quell’uomo, Claudio Ardigò, sta, senza sovrastrutture, senza cerimonie […]
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