Gli effetti del movimento sul cervello: una via per mantenerlo in salute e vivere felici

Scienza e Salute

L’esercizio fisico procura numerosi vantaggi al nostro corpo e alla nostra psiche, ormai è noto.

Oltre a un peso corporeo adeguato, riduzione delle malattie in genere, tra cui quelle cardiache, (il movimento è considerato un farmaco), riduzione del rischio di diabete 2, miglioramento della struttura muscolare e ossea e nel caso presenti, beneficio alle patologie già pregresse.

Ma come si relaziona il movimento e che ricadute ha sul nostro cervello ?

A parte gli ovvi benefici immediati di migliorare l’umore, l’autostima, abbassare la pressione sanguigna, rigenerare la circolazione, diminuire lo stress, ci sono altri vantaggi.

Uno studio molto ampio condotto su 128mila persone e dal “British Journal of Sports Medicine” nel 2022 ha riscontrato che l’attività fisica è assolutamente rilevante per contrastare i sintomi di depressione, angoscia, paura, ansia nei partecipanti.

Un’altra ricerca condotta da un panel di ricercatori sulla depressione maggiore in cui tre gruppi campione venivano trattati sia con farmaci che con l’attività fisica, nel lungo termine, ha dimostrato che il gruppo trattato con il movimento, aveva una drastica riduzione delle ricadute se continuava ad esercitarsi.

Ma cosa succede nel cervello di una persona che si allena ? Intanto si stimolano i neurotrasmettitori come endorfine e dopamina che attivano le funzioni cognitive, migliorano il tono dell’umore e la sensazione di benessere generale.

Poi avviene la formazione di nuove interconnessioni tra i neuroni, cosa che rafforza la comunicazione tra le cellule cerebrali e infine rallenta l’invecchiamento del cervello.

Se praticato da soli lo sport migliora lo sviluppo cognitivo, la creatività e la concentrazione, la fiducia in sé stessi e la capacità di fissare e raggiungere obiettivi, diminuisce l’infiammazione, mentre se fatto in compagnia (vanno bene anche i corsi di ballo) migliora l’empatia, lo spirito di squadra e favorisce le relazioni interpersonali.

Che sia un fattore di protezione contro le malattie neurodegenerative (Parkinson, Alzheimer, Corea di Huntington, demenza senile) è ormai dimostrato, mentre uno stile di vita attivo può avere un enorme impatto anche su nostro modo di invecchiare.

Infatti a parità di età, le persone più avanti con gli anni che mantengono abitudini attive compatibilmente con le loro condizioni generali, hanno più probabilità di essere sani e reattivi.

Fare sport quindi fa bene, senza dimenticarsi però che se praticata in eccesso anche l’attività fisica può diventare uno stress.

 

Eleonora Prina

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