Sala: “La città grida il suo bisogno” ed è un grido assordante che dura da anni

Milano

“La città grida il suo bisogno”, dichiara Sala e usa un verbo forte, assordante. La meraviglia sta che quel grido dura da anni inascoltato e che l’amministrazione lo ha ignorato, mentre  il sindaco guardava altrove. Il grido era manifesto nei sottopassi che ha fatto sgomberare, nelle mense di carità, nelle file al Pane Quotidiano, nei tanti episodi anche di intere famiglie che dormono in macchina.

Anni per rendersi conto che a Milano c’è una minoranza che vive ai margini? Quel grido è stato declinato in tutti i modi e forse i fatti del Corvetto hanno scoperchiato una pentola di disagio diffuso da sanare. O, forse, il grido ha tanta potenza, visto il degrado umano in città, che ha smosso, almeno con le intenzioni, il suo credo al di là delle sovrastrutture ideologiche. Quanti anni sono passati?

Ha detto  “Io spero veramente che riusciranno a fare qualcosa per aiutare un certo disequilibrio sociale che c’è ovunque nel mondo, anche in città. Oggi, il nostro impegno è molto lì. Credo che lavorare sul piano casa abbia molto senso, credo che rafforzare il welfare come stiamo facendo, stiamo approvando un altro bilancio in espansione di spesa perché la città grida il suo bisogno quindi cercheremo di continuare in questo senso”.

Ma se ricordo bene, tra i progetti con i fondi Pnrr, un piano per le case popolari non c’era, i servizi alle persone fragili a sistema non esistono ed è la Carità del volontariato a far sopravvivere quella parte di Milano che a malapena ce la fa.

Sala a fine mandato riflette, ma il fare doveva essere prioritario. Quel grido non ha la violenza dei centri sociali, non odia le forze dell’ordine, ma esige dignità e uguaglianza.

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