Per la Procura di Milano si tratta di un “vile prezzo” pagato dalla collettività. Per l’ufficio Gip del tribunale è “indebita remuneratività” a vantaggio di “un’operazione speculativa a favore dell’investitore privato“. I numeri che emergono incrociando le carte delle inchieste per abusi edilizi sui cantieri di Milano (una ventina quelle in corso o già concluse) fotografano un ‘buco’ da circa 14,4 milioni di euro nelle casse di Palazzo Marino.
I 14,4 milioni di euro di mancati incassi considerano solo i cinque principali progetti immobiliari e palazzi finiti sotto i riflettori: le Residenze Lac di via Cancano, il Giardino Segreto Isola di via Lepontina, Scalo House di via Lepontina 4 – via Valtellina 38 (tutti e tre sono sotto sequestro), le Park Tower di Bluestone in via Crescenzago 105, per le quali il 4 dicembre partirà l’udienza preliminare, e il Bosconavigli di Stefano Boeri con la cordata Milano 5.0 per riqualificare lo scalo San Cristoforo. Riguardano il procedimento della cosiddetta “monetizzazione delle aree a standard”, un meccanismo urbanistico che, secondo la legge regionale lombarda del 2005 sul governo del territorio, consente ai privati di versare una somma di denaro al comune in alternativa alla cessione diretta delle aree destinate a servizi pubblici, che altrimenti sarebbe obbligatoria: ma la cifra deve essere “commisurata all’utilità economica conseguita per effetto della mancata cessione delle aree” e “comunque non inferiore al costo dell’acquisizione di altre aree“, mentre per la Procura le monetizzazioni sono avvenute “sottocosto”.
Il ‘rosso’ nelle casse di Milano
Sovrapponendo i decreti di sequestro (o che hanno rigettato il sequestro, come a Crescenzago) dei gip Daniela Cardamone, Mattia Fiorentini e Lidia Castellucci con gli avvisi di conclusione indagini preliminari emessi nel 2024 dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici con l’aggiunto Tiziana Siciliano e con le relazioni dei consulenti, è possibile quantificare il ‘rosso’ nelle casse di Milano. I costruttori di Bluestone hanno versato 1,4 milioni di euro e avrebbero risparmiato 4,7 milioni rispetto a quanto avrebbero dovuto pagare. Allo stesso modo i francesi di Nexity in via Cancano – che lunedì si sono visti rigettare dal tribunale del riesame il ricorso contro il sequestro – hanno versato al Comune poco più di 1,4 milioni di euro al posto di oltre 3 milioni. Per il Giardino Segreto Isola mancherebbe all’appello oltre un milione di euro, se si prende a riferimento la nuova tabella sui valori delle monetizzazioni aggiornati dai dirigenti del Comune di Milano (1.167, 29 euro al mq) invece che la cifra pagata dai privati (381,03 euro/mq). Il progetto di Scalo House – l’ultimo ad essere sequestrato – che prevede due torri e lo studentato ‘Joivy’, già abitato, avrebbe creato una ‘voragine’ di 4,3 milioni di euro. Utilizzando sia un “prezzo sottostimato”, secondo i consulenti della Procura (428,38 euro/mq), che una “quantità di aree a standard” da monetizzare inferiore di quasi 3mila metri quadrati. I costruttori di Green Stone hanno pagato 646mila euro invece di 5 milioni. Al Bosconavigli – il progetto del ‘bosco orizzontale’ vicino a Porta Genova, il più lussuoso finito nelle indagini, con attici in vendita a 4 milioni di euro – la cordata di imprenditori guidata da Marco Nolli ha versato poco meno di 2,9 milioni, al prezzo di 434,91 euro/mq. “Importo sicuramente molto lontano dall’effettivo costo di acquisizione di altre aree” scrivono il professor Alberto Roccella e l’architetto Maurizio Bracchi, consulenti dei pm. Le nuove tabelle degli uffici urbanistici per Porta Genova stimano 1.160 euro/mq. Sul Bosconavigli avrebbero pagato quasi 6,1 milioni di euro. (LAPRESSE)
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845
Una giunta di finta sinistra connivente con gli speculatori edilizi.