Espulso Islamico 37enne. Il suo sogno era ammazzarci tutti

Milano

Riporta Repubblica:

Nel corso della perquisizione, gli investigatori della Digos di Milano hanno trovato nella sua abitazione il disegno di una tomba collegata con una freccia ai diversi paesi occidentali, sui quali era stata disegnata anche una croce. Come se andassero cancellati. “Se Dio vuole questa sarà la vostra bara”, aveva scritto. Ma il marocchino di 37 anni espulso con decreto firmato dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, era monitorato da mesi dal Servizio per il contrasto dell’estremismo e del terrorismo esterno della Direzione centrale di polizia di prevenzione e dalla Digos del capoluogo lombardo. Ieri, l’uomo è stato rimpatriato, con accompagnamento in Marocco, con un volo decollato dalla frontiera aerea di Milano-Malpensa e diretto a Casablanca.

Il magrebino, irregolare sul territorio dopo che una vecchia pratica di permesso di soggiorno gli era stata sospesa, a seguito della commissione di diversi reati – dal danneggiamento al furto, fino allo spaccio di droga – era residente a Pavia, poi si era trasferito a San Colombano al Lambro, in provincia di Milano. Qui viveva con il fratello, la cognata e i loro tre figli. Nel comune a sud di Milano, i suoi familiari gestivano una macelleria, mentre lui – dopo il fallimento di una piccola ditta di costruzioni – non aveva un lavoro fisso.

Ricapitoliamo: era stato espulso, ma stava ancora qua. Aveva commesso vari reati, ma stava ancora qua. Era disoccupato, ma stava ancora qua. Non aveva diritto di stare qua, ma chi siamo noi per giudicare? E lui qua stava. Insieme ai parenti che, a logica, stavano aiutando un criminale. Ma che, come da tradizione di famiglia, sempre qua stanno. Per fortuna non aveva figli. Altrimenti spedirlo a casa sarebbe stato ben più complesso. E sempre per fortuna non è passato lo ius soli. Altrimenti non sarebbe stato proprio possibile. Resta il fatto che l’applicazione delle leggi sull’immigrazione resta una barzelletta. E che i lupi solitari da noi, per fortuna, campano poco. Sta tutta qui la differenza col resto d’Europa: noi dei diritti individuali, ce ne freghiamo. Come anche dei doveri, peraltro.

In Italia si sta instaurando un sistema di fatto in cui si consente a tutti di arrivare, di restare qua a prescindere. Però possiamo decidere, arbitrariamente e senza possibilità di difesa, di rimandarti da dove sei venuto. Pare funzioni, pertanto non me ne lamenterò eccessivamente. Ciononostante, da liberale, io avrei davvero preferito che fosse rimpatriato da clandestino e non da estremista Islamico. Sapete, questione di valori e di stile.

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