Accordo siglato nonostante l’astensione del sindacato, ma i benefici economici si estendono a tutti i 430mila dipendenti. Prossimo obiettivo: la Scuola
Dopo una trattativa durata 17 mesi, è stato siglato all’Aran il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022-2024 per i dipendenti degli Enti Locali (Regioni, Comuni, Province, Città metropolitane e Camere di Commercio), coinvolgendo oltre 430.000 lavoratori.
I Dettagli dell’Accordo
L’intesa prevede i seguenti miglioramenti:
- Aumenti Economici: L’incremento medio mensile lordo è di 136,76 euro per tredici mensilità, pari al 5,78% del monte salari 2021. L’aumento sale a circa 140 euro includendo il trattamento accessorio.
- Novità Orarie: Introdotta maggiore flessibilità, con la possibilità di distribuire le 36 ore settimanali su quattro giorni (settimana corta).
- Smart Working: Riconosciuto il buono pasto anche per chi lavora in modalità agile e concessi più giorni di lavoro da remoto per motivi di salute o assistenza familiare.
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Tutele Legali: Previsto il patrocinio legale per i dipendenti che subiscono aggressioni durante l’attività di servizio.
Il Dissenso della CGIL
La CGIL con Landini ha deciso di non sottoscrivere l’accordo. La motivazione è che l’incremento previsto è insufficiente a coprire la perdita del potere d’acquisto causata da un’inflazione stimata al 16% tra il 2021 e il 2024. Nonostante questa posizione di principio, gli aumenti economici saranno comunque estesi a tutti i lavoratori del comparto, inclusi gli iscritti al sindacato.
Soddisfazione del Governo e Prossime Sfide
Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha espresso soddisfazione per un “risultato importante”. Anche CISL e UIL hanno accolto positivamente l’accordo, sottolineando il senso di responsabilità.
La prossima e ultima tappa dei rinnovi del pubblico impiego è il contratto del comparto Scuola. L’intesa per il triennio 2022-2024, con aumenti medi di 150 euro per i docenti e 110 euro per il personale ATA (più 1.400 euro di arretrati), è attesa a giorni. Il Governo ha inoltre già avviato l’iter per la tornata contrattuale successiva (2025-2027).
Certo che vanno a tutti gli aumenti da fame e da diminuzione programmata del salario, visto che a fronte di una perdita salariale del 16% nel triennio oggetto del rinnovo, con questo di rinnovi del 5%, la perdita salariale netta è del 10%, perciò fate informazione seria invece che vantare questo pessimo non rinnovo.
1500€ del 2021 equivalgono a 1780€. Quindi 280€ netti e non 136€ lordi massimo.