Che confusione, direbbero i Ricchi e Poveri: ma è una festa mobile, scriverebbe entusiasta Hemigway: eccolo, l’ultimo 25 aprile, con camion trasformati in discoteche e ciringhiti come a Ibiza, i Pro Pal guidati da un ex Br, un uomo mascherato che si finge guerrigliero di Hamas e poi le ragazzine delle scuole ebraiche che cantano l’inno del 68, la gentile “volante rossa “ degli Angeli della Città di Mario Furlan che difende la Brigata Ebraica, e i clown, i buskers che cantano “Siamo i ribelli della montagna”, le bande musicali… Ecco il film dello storico corteo dei sobri. La folla si accalca in Corso Buenos Aires già da mezzogiorno: una biscia immensa. Il traffico è bloccato… Il punto critico? Via Marina che si immette in corso Venezia; qui aspetta la foltissima delegazione della Brigata Ebraica, compunta, silente, paziente ma determinata a sfilare.
Alle 14 e e 30 come da copione il camion dei temuti Pro Pal, un Tir rinoceronte con striscioni, bandiere palestinesi, potenti amplificatori e un minaccioso front man al microfono irrompe, indesiderato, nella testa del lunghissimo corteo ancora fermo: una folla da Maratona newyorchese. All’incrocio di via Palestro un plotoncino di carabinieri in tenuta antisommossa si prepara allo scontro, ma arriva il servizio d’ordine dell’Anpi, si schierano due pacifiche centurie di City Angels, robusti giovanotti e pensionati evergreen in giubbotti rossi, basco azzurro e scheda identificativa sul petto. Un breve consulto con il camion dei Pro Pal, e un ex BR alla testa del corteo Pro Pal si rassegna a non guidare l’immenso corteo dei sobri e i carabinieri si defilano: e con le note di pifferi, trombe, sax e tamburi della storica Banda d’Affori parte il corteo ufficiale. Il sindaco dei sobri in testa, dietro la festosa banda c’è il gonfalone della citta, uno scamiciato cerimoniere del Comune porge la striscia tricolore a Sala, il sindaco la indossa e posa tra i fotografi. La maratona inizia, in via Marina si schierano per sicurezza due plotoni di carabinieri in tenuta da gladiatore: caschi, scudi, pettorali, paragambe, paracervice… poi tre file di robusti City Angels, e ancora un cordone dell’Anpi e uno di celerini. Confluisce cosi senza incidenti la Brigata Ebraica nel corteo: si odono battibecchi ma poco importa. Dietro la Brigata Ebraica guidata dall’onorevole Fiano ci sono le ragazzine delle scuole della comunità che cantano “Contessa” di Paolo Pietrangeli, l’inno del 68 e dei katanga della Statale:
“Compagni dai campi e dalle officine
prendete la falce portate il martello
scendete giù in piazza picchiate con quello
scendete giù in piazza affossate il sistema.
Voi gente per bene che pace cercate
la pace per far quello che voi volete “
Le liete canterine a chi si rivolgono? Ai Pro Pal, forse, al centro sociale il Lambretta, al Cantiere, agli studentini del liceo Volta, o a certe signore attempate che sparse nel delta delle stradin intorno al Duomo provocano Fiano e la Brigata Ebraica con urla di: assassini, vergogna. Composti, i giovani studenti ebrei alzano i loro cartelli: No all’odio e gridano: “Fuori Hamas dal corteo”.
Si giunge cosi nel luogo più critico, davanti al Mac Donald in Piazza Duomo, il luogo di passo dei maranza tunisini e egiziani: qui la simpatica e pacifica “Volante rossa” dei City Angels si schiera, democraticamente minacciosa, e nessuno più fiata.
A seguire, arriva il corteo degli ucraini: ecco una corale di cantanti di strada che si esibisce con canti partigiani, arrivano i camion discoteca del Lambretta, del Cantiere, del Leoncavallo, del Manifesto, ecco le bandiere di Rifondazione, a seguire gruppi creativi di punkabbestia scamiciati, poi i 5 stelle, Italia Viva, il PSI e dietro ancora animatori clown, il Partito comunista rivoluzionario che annuncia una grigliata, gruppi festanti di tamburini in costume in stile carnival di Rio, si balla dietro ai camion dei centri sociali che si sono trasformati in bar ambulanti, birre e bottigliette di minerale a volontà, e dietro la Woodstock rossa sfila la parte più tradizionale del corteo, il PD con alla testa una abbronzatissima Schlein in blazer blu accanto al bel Fratoianni che sembra il suo Clooney. E il servizio d’ordine piddino lancia una nuova maglietta antitraffico e pro biciclette, con la scritta enigmatica: “Ora e sempre”. Poi altri chilometri di severi militanti dell’Anpi, e solo in fondo sbraita il camion dei Pro Pal con alla testa uno pseudo militante di Hamas incappucciato dalla keifah con bandiera palestinese e in tenuta caki: il carnevale di Gaza. A qualche chilometro di distanza, dal corteo dei sobri si innalza il canto festoso delle ragazzine dei licei ebraici, le leggiadre musicanti intonano, rivolte ai fans di Hamas, ma forse ignorando cosa fu il 68:
“ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra
vogliamo vedervi finir sotto terra
ma se questo è il prezzo l’abbiamo pagato
nessuno più al mondo deve essere sfruttato”.