L’ex braccio destro di Sgarbi , ormai di casa a Brera dove il suo clubbino di talenti emergenti ogni mese presenta cantanti e quadri, ha lanciato sabato sera strali e anatemi d’autore diretti verso la celebre banana di Cattelan e la storica “emme” di Piero Manzoni.
“Un quadro , un’opera d’arte contemporanea deve suscitare emozione” ha sostenuto davanti a una folta platea di addetti ai lavori che periodicamente affollano il cortile di ringhiere che dal Piccolo Teatro porta a corso Garibaldi. Qui ha sede un colto ritrovo di iniziati al bello, il “ concept art Brera “ che periodicamente espone una trentina di quadri di giovani autori, ma non come in una solita galleria d’arte, bensì come in un dopolavoro o in un trani novecentesco , quando corso Garibaldi era il ritrovo di pittori e scultori e il prezzo del mattone era morigerato.
Presentato da Alfonso Restivo, il polemico critico d’arte Giorgio Gregorio Grasso ha contestato in toto l’arte contemporanea, intellettualoide, finta povera e astratta, spiegando che un rutto chic di Picasso secondo il mercato, potrebbe oggi valere 200.000 euro, mentre un rutto di un Pavarotti : zero.
“Una canzone regala emozione, ma se è brutta, anche se la canta Al Bano, fa cilecca e non sfonda; invece Fontana, bravissimo artista, con il suo sfregio nel suo celebre quadro è diventato famoso ingiustamente”. E la altrettanto famosa banana? La banana di Cattelan, diventata magicamente opera d’arte arte, è stata comprata per 6,2 milioni di dollari recentemente dal milionario cinese Justin Sun: che se la è poi mangiata.

Dopo aver illustrato le ultime brutture finto povere, come a Napoli, o a Venezia, con impalcature, stracci e cartoni spacciati come opere d’arte, Grasso ha cosi presentato il compositore Luciano D’Addetta con la sua esecuzione di “Cuore”: esempio del bello. “Ecco un pezzo che ha invece emozionato il pubblico, e che va fortissimo all’estero, perché appunto emoziona” ha spiegato il critico ; “Cuore”, da non confondere con il romanzo di De Amicis, si è trasformato da pezzo strumentale in canzone con il tenore pop Fabio Valenti e verrà esportato in tutto il mondo. I frequentatori del concept art hanno applaudito il dotto richiamo di Grasso a produrre bellezza e non spazzatura per l’export. Attenzione: l’arte contemporanea italiana, così astrusa e demenziale, non vende più all’estero; questo il messaggio controcorrente del braccio destro di Sgarbi, quasi un grido di dolore.
Alle 21 la polemica è però finita davanti a un rinfresco con spumante e il pubblico si è diretto verso i vari locali del fuorisalone.
Chi sarà il prossimo ospite del Concept art Brera del duo Grasso-Restivo? La cantante napoletana Giovanna Fiorito con un pezzo caraibico -partenopeo di D’Addetta, che naturalmente verrà esportato, a prescindere dai dazi: Rumbamor.