Non se lo aspettavano in molti, ma su San Siro, i suoi terreni e il suo stadio è arrivata pure la Corte dei Conti. E non da oggi: le indagini per un ipotetico danno erariale sarebbero partite in novembre, secondo Repubblica. È sempre una indagine preventiva, perché nessun danno è stato arrecato a chicchessia. Per ora. Confesso che, da liberale, l’intera situazione è incomprensibile. Sala parla di atto dovuto. Ma, se mi consentite un riferimento agricolo, qui col cavolo che è dovuta una inchiesta. Figuriamoci due. Non è vero che, a fronte di una denuncia, il PM sia obbligato ad aprire un fascicolo. Per fortuna, direi, altrimenti le procure di mezza Italia non farebbero altro che indagare sulle scie chimiche e sugli alieni.
Qui, piuttosto, esistono due diverse possibilità: o i magistrati sanno che il prezzo è errato (ma non si sa come avrebbero fatto a saperlo) oppure siamo al limite del collasso della civiltà giuridica. Volendo essere ottimisti, ci concentreremo sulla prima ipotesi. Se è vero che il prezzo è sbagliato, il Comune ha una sola possibilità: far saltare tutto. Non riusciremo mai a chiudere con una trattativa al rialzo entro il 31 luglio. Se è vero che il prezzo è sbagliato, d’altronde, sarebbe anche carino capire come lo hanno appurato. Vedete, da liberale, io credo che il prezzo si formi sul mercato. E sul mercato ancora non ci siamo arrivati. Quindi, o qualcuno ha le prove di uno o più accordi corrottivi, miranti ad alterare il mercato stesso, oppure non si capisce come si possa parlare di prezzo.
D’altronde le dichiarazioni di Sala non aiutano a dissipare i dubbi. Il Sindaco parla del Meazza, la procura delle aree attorno. Il Sindaco mette in mezzo l’Agenzia delle Entrate e chiede un vertice in procura. I PM il vertice lo fanno, sì, ma senza Sala. A questo punto si fa strada una seconda domanda: come fa a esserci un prezzo sbagliato senza un Sindaco (che quel prezzo lo avrebbe, se esistesse, dovuto determinare) indagato? È un altro mistero. Così come un Modello 45 (indagine senza ipotesi di reato o indagati) su qualcosa di cui si sa tutto. Sembra quasi che al Tribunale si attenda solo la conclusione dell’accordo per far scattare le manette. Ma, per correttezza istituzionale, si sia voluto avvertire i naviganti dello scoglio.
Chiunque altro, a questo punto, avrebbe salutato la curva e si sarebbe dimesso. Onore a Sala che se ne frega e punta dritto contro l’iceberg, convinto che il diritto e il voto dei cittadini rendano il suo Titanic più duro del ghiaccio. È una scena suggestiva. C’è solo un problema: se il capitano di Palazzo Marino si sbaglia, il naufragio porterà con sé il Meazza (che verrebbe sequestrato) e i due club della città (che potrebbero vedersi interdire). Insomma, su quella nave Sala non è solo. Sarebbe il caso che se ne ricordasse. Io non sono contrario a sfidare la magistratura, soprattutto quando sceglie questi strumenti. Ma non si può fare senza dei saldi principi. Come diceva Margareth Thatcher: “O staremo in piedi sui nostri principi, o non staremo in piedi affatto”. Una lezione che dovremo tenere a mente in previsione dello scontro frontale che ci attende in estate.

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.
Ora ci sono notizie che questo tizio sta anche dando l’incarico ad un legale per evitare che la vendita salti! Le spese sarebbero di 116mila euro, ovviamente a carico del Comune. Ossia dei cittadini! Se fosse vero questo è sintomo di malaffare nella vendita. È da indagare e mandare via quanto prima da Palazzo Marino!