La citata sentenza, riferita ad un episodio di molestia sessuale avvenuto in ambito lavorativo, ha ribadito che il consenso costituisce il pilastro fondante di qualsiasi interazione sessuale e che la sua assenza rende penalmente rilevante anche un semplice bacio.
La Suprema Corte ha così offerto un’interpretazione estensiva del concetto di “atti sessuali”, includendovi qualsiasi condotta che, ledendo la libertà sessuale dell’individuo, ne violi l’integrità psico-fisica.
La citata pronuncia, oltre a rappresentare una significativa evoluzione giurisprudenziale, incide profondamente sul dibattito sulla prevenzione e sulla repressione delle molestie sessuali, in particolare in ambito lavorativo.
I Datori di lavoro, chiamati a recepire anche il riportato orientamento giurisprudenziale, devono dunque adottare politiche aziendali chiare e precise, volte a prevenire ed a contrastare ogni forma di molestia sessuale.
La formazione del personale, l’istituzione di procedure di segnalazione e la promozione di una cultura del rispetto sono strumenti indispensabili per creare ambienti di lavoro sicuri ed inclusivi, posto che la violenza e le molestie nel mondo del lavoro sono oramai un’emergenza che richiede una risposta datoriale, come ha ulteriormente sottolineato l’ Organizzazione Internazionale del Lavoro licenziando la Convenzione 190/2019.
Ed ho personale conoscenza di Aziende virtuose – come ad esempio le società facenti parte del Gruppo Amag di Alessandria – che hanno implementato con successo programmi formativi con il precipuo scopo di avere ambienti di lavoro in cui il rispetto è la norma.
Avv. Simona Maruccio
simona@maruccio.it

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,