L’avvocato Francesco Torchia è il nuovo presidente della Societa Italiana di Scienze del Turismo

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Consolidare l’eccellenza e innovare il turismo: il nuovo presidente della SISTUR delinea strategie ambiziose per affrontare le sfide globali, puntando su sostenibilità, inclusione e trasformazione digitale

Fabrizio Antolini

Con l’elezione di Francesco Torchia alla Presidenza della SISTUR, si apre un nuovo capitolo per la Società Italiana di Scienze del Turismo, che ha saputo costruire negli anni un ruolo di rilievo come interlocutore privilegiato tra enti pubblici, operatori economici e accademici. La sfida che attende Torchia è complessa: mantenere l’eccellenza raggiunta con il mandato di Fabrizio Antolini e consolidare ulteriormente il ruolo dell’associazione in un settore trainante per l’economia italiana.

Avvocato e docente di Diritto Privato e Diritto Civile presso l’Università della Calabria, Torchia vanta una carriera ricca di esperienze nel campo giuridico, scientifico e culturale, con un focus particolare sul turismo e sulle sue implicazioni legali e sociali. Nella SISTUR ha già ricoperto diversi ruoli tra cui quello di Segretario Generale, contribuendo in modo significativo all’organizzazione e alla valorizzazione dei convegni scientifici dell’associazione, come l’importante incontro del 2019 sul “Turismo, Paesaggio e Beni Culturali“. È autore di oltre 40 pubblicazioni scientifiche e ha partecipato come relatore a prestigiosi congressi internazionali, affrontando temi come il turismo sostenibile, la valorizzazione del patrimonio culturale e le normative europee sui pacchetti turistici.

Quali sono i suoi obiettivi per la SISTUR?

Avvocato Francesco Torchia, nuovo presidente SISTUR

“Grazie all’eccellente lavoro del Prof. Antolini la SISTUR ha operato nel migliore dei modi, dando un’impostazione solida che si può solo sperare di continuare. Sarebbe già un ottimo risultato mantenere la considerazione che la SISTUR ha acquisito nel tempo quale interlocutore privilegiato con enti, amministrazioni pubbliche e altre associazioni che si occupano di turismo. Puntiamo a consolidare la nostra presenza ai tavoli di discussione, rafforzando i rapporti con istituzioni e operatori economici. Con gli studiosi di spessore che la SISTUR annovera, possiamo continuare a fornire un contributo significativo alla crescita di un settore trainante per l’economia italiana.”

Come promuovere un turismo sostenibile e attento al patrimonio culturale?

La domanda è complessa e richiede una risposta articolata. Per tale ragione, la ringrazio per avermela posta. Promuovere un turismo sostenibile, che valorizzi il patrimonio culturale, richiede, infatti, un approccio integrato, in cui la tutela dell’ambiente e della cultura locale si coniugano con il coinvolgimento delle comunità e lo sviluppo economico. Ecco alcune azioni chiave che potrebbero essere messe in atto per raggiungere questo obiettivo:

– Conservazione del patrimonio culturale: investire nella conservazione di siti storici, archeologici e monumenti per preservarne l’integrità; implementare strategie per regolare l’afflusso turistico nei luoghi culturali più sensibili, prevenendo danni e sovraffollamento; digitalizzare il patrimonio culturale per consentire visite virtuali e ridurre l’impatto fisico del turismo.

– Promozione della consapevolezza culturale ed ecologica: offrire programmi formativi per i turisti, sensibilizzandoli sull’importanza della sostenibilità e del rispetto per le tradizioni locali; promuovere attività guidate da residenti per trasmettere conoscenze culturali autentiche e favorire l’economia locale.

– Sviluppo di infrastrutture sostenibili: favorire l’uso di mezzi pubblici, biciclette o veicoli elettrici per raggiungere i siti culturali; incentivare strutture ricettive che rispettino standard ambientali, come l’efficienza energetica e il riciclo; regolare il numero di turisti in aree sensibili attraverso prenotazioni obbligatorie o biglietti contingentati.

Valorizzazione delle tradizioni e delle economie locali: creare mercati per la vendita di manufatti locali, garantendo la sostenibilità delle materie prime; organizzare manifestazioni che celebrino il patrimonio culturale locale, incoraggiando la partecipazione attiva dei visitatori; offrire attività che permettano ai turisti di apprendere tradizioni locali, come corsi di cucina, danze tradizionali o laboratori artigianali.

Utilizzo delle tecnologie per la gestione del turismo: utilizzare tecnologie per monitorare e prevedere i flussi turistici, evitando il sovraffollamento e migliorando l’esperienza del visitatore; creare applicazioni che forniscano informazioni sui siti culturali, itinerari sostenibili e regole di comportamento rispettoso.

Incentivi politici ed economici: introdurre regolamenti che obblighino le imprese turistiche a rispettare standard di sostenibilità; offrire incentivi economici per le iniziative che promuovono un turismo responsabile; creare marchi di qualità per riconoscere e promuovere le imprese turistiche eco-sostenibili.

Monitoraggio e collaborazione internazionale: collaborare con organizzazioni internazionali per condividere buone pratiche e risorse; implementare strumenti per misurare gli impatti economici, sociali e ambientali del turismo e migliorare le strategie future.

L’obiettivo, pertanto, è quello di sviluppare un modello di turismo, che non solo protegga il patrimonio culturale, ma lo renda una risorsa vivente per il benessere delle comunità e l’educazione delle generazioni future. E’ evidente, tuttavia, che questo non deve essere l’obiettivo della SISTUR, bensì delle Istituzioni e degli operatori economici. La SISTUR, con le sue competenze scientifiche, può contribuire sia alla realizzazione che, ancor prima, all’individuazione di ulteriori obiettivi primari.

Quali strategie per ampliare l’impatto della SISTUR?

Per ampliare l’impatto della SISTUR, sarebbe fondamentale sviluppare partnership strategiche e mirate, che possano favorire la crescita della ricerca e della innovazione. A tal proposito, sarebbe utile stabilire accordi con istituti di formazione italiani e internazionali per favorire lo studio del turismo come fenomeno interdisciplinare, lo sviluppo di progetti di ricerca congiunti, la realizzazione di programmi di dottorato e master focalizzati su turismo sostenibile, innovazione e tecnologia, la creazione di una rete di scambio di conoscenze tra accademici e professionisti. Altrettanto utile, sarebbe, poi, sviluppare sinergie con amministrazioni locali per promuovere piani strategici territoriali, valorizzando i patrimoni culturali e ambientali attraverso il turismo, collaborare con il Ministero per l’elaborazione di linee guida nazionali che integrino i principi della sostenibilità e della scienza nel turismo, nonché rafforzare i legami con il Comitato Italiano per il Patrimonio Mondiale per la valorizzazione dei siti riconosciuti. Da ultimo, ma non per importanza, sarebbe utile stringere partnership con imprese e associazioni di categoria, coinvolgere realtà innovative nel turismo digitale, come piattaforme di prenotazione, soluzioni di smart tourism e app di realtà aumentata per esperienze turistiche immersive, stringere accordi con enti locali per promuovere itinerari tematici, eventi e manifestazioni, rafforzare la collaborazione con enti come UNWTO, European Travel Commission, per integrare la promozione dell’Italia nei mercati turistici europei, connettersi con società affini in altri paesi per creare alleanze su temi fondamentali per lo sviluppo di un turismo responsabile. Il tutto, ovviamente, previo coinvolgimento delle comunità locali, enti del terzo settore,imprese  sociali.

Quali competenze devono avere i futuri professionisti del turismo?

I futuri professionisti del turismo dovranno possedere una combinazione di competenze tecniche, relazionali e strategiche per rispondere alle sfide di un settore in continua evoluzione, sempre più orientato alla sostenibilità, alla digitalizzazione e all’innovazione. Penso, per esempio a competenze strategiche e gestionali, come pianificazione e gestione sostenibile, capacità di sviluppare strategie turistiche, che bilancino crescita economica, tutela ambientale e valorizzazione culturale. Penso, ancora, a competenze che li portino ad esser in grado di gestire progetti complessi e prendere decisioni strategiche o affrontare eventi imprevisti, come pandemie o disastri naturali, e adattare i modelli di business. E questo, senza escludere o dimenticare le necessarie competenze digitali e tecnologiche, relazionali e interculturali, linguistiche, nonché la capacità di ideare nuove offerte turistiche (come esperienze personalizzate, itinerari eco-friendly o pacchetti culturali unici), la capacità di studiare le tendenze di domanda e offerta per identificare nuove opportunità di crescita, o, infine, la capacità di integrare principi di equità, inclusività e rispetto delle comunità locali nelle strategie turistiche.Queste competenze, integrate in un percorso formativo multidisciplinare, potrebbero, a mio parere, permettere ai professionisti del turismo di essere protagonisti nel plasmare il futuro del settore, rendendolo più innovativo, sostenibile e centrato sul valore culturale.

Come affrontare le sfide della ripresa post-pandemia?

La ripresa del turismo, fortemente colpito dalle recenti crisi globali (pandemia, cambiamenti climatici, instabilità geopolitiche), richiede una visione innovativa e sostenibile, centrata su resilienza, adattabilità e trasformazione digitale. Questa fase rappresenta un’opportunità unica per ridefinire il settore in modo più equo e responsabile. Per questa ragione, a mio avviso non si può prescindere da un modello di turismo che, innanzitutto, promuova la salvaguardia delle risorse naturali e culturali, riducendo l’impatto ambientale. Il turismo, poi, deve essere accessibile a tutte le categorie di viaggiatori, inclusi anziani, famiglie e persone con disabilità e deve mirare a integrare le comunità come protagoniste attive, garantendo loro benefici diretti, ma sempre salvaguardando le tradizioni locali.

In questo contesto, le strategie per affrontare le nuove sfide, impongono l’adozione di protocolli sanitari avanzati, per garantire un’esperienza sicura, di protocolli mirati a ridurre l’impatto ambientale e promuovere destinazioni meno conosciute, nonché di protocolli che garantiscano l’offerta di esperienze su misura, come itinerari esclusivi o tematici (enogastronomia, wellness, natura) e permettano di adottare politiche che limitino il turismo di massa e incentivino la conservazione.

Tutto questo, però, non è possibile senza un’adeguata formazione e un adeguato sviluppo professionale. Le imprese turistiche, infine, vanno sostenute con agevolazioni fiscali, finanziamenti e contributi per innovare.

In altri termini, la ripresa del turismo non può limitarsi a un ritorno ai modelli pre-crisi, ma deve essere un punto di svolta per creare un sistema più equilibrato, innovativo e resiliente. Un approccio che coniughi tecnologia, sostenibilità e partecipazione comunitaria può trasformare le sfide in opportunità per un turismo migliore e più consapevole.

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