La Fit Cisl chiede il rinnovo del contratto nazionale, più sforzi per la contrattazione aziendale e nuove politiche per i turni: “L’azienda non trova personale, non riesce a sostituire quello che va in pensione e sempre più autisti lasciano per andare nel privato”. Intanto i milanesi aspettano di più alle fermate.
“Atm fatica a trovare nuovo personale e non riesce a rimpiazzare chi va in pensione o decide di dimettersi, anche a pochi mesi dall’assunzione”. Lo afferma a Radio Lombardia Giovanni Abimelech, segretario generale della Fit Cisl Lombardia. “Quest’ultimo fenomeno è clamoroso – spiega – sono infatti centinaia i lavoratori e le lavoratrici che lasciano un posto da sempre considerato sicuro per spostarsi nel privato o cambiare addirittura professione. Uno dei motivi di questa scelta è lo stipendio basso, che non consente di trovare casa e vivere decorosamente in una città carissima come Milano.
Ma c’è dell’altro. Una recente ricerca della Cisl Lombardia (“Dentro l’epoca della Great resignation”) ha evidenziato che a pesare in certe decisioni sono anche la qualità della vita in azienda, quindi lo stress correlato, il clima interno, le relazioni con i colleghi, le difficoltà a conciliare il lavoro con il tempo libero”, si legge ancora nella nota diffusa dalla Fit Cisl. “L’aumento degli stipendi – aggiunge – passa dal rinnovo del contratto nazionale e da interventi nella contrattazione aziendale: alle istituzioni chiediamo di impegnarsi per trovare le risorse economiche necessarie. Il 9 settembre Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferro hanno indetto uno sciopero di 8 ore per denunciare lo stallo delle trattative. Sulle altre questioni serve invece uno scatto in avanti della contrattazione aziendale. Ad esempio bisognerebbe rompere alcuni tabù, a cominciare dall’implementazione di un nuovo modello di turnazione più coerente con le nuove necessità delle famiglie. Ma occorre agire con convinzione anche su altri temi sensibili come la sicurezza (non si contano più le aggressioni verbali e fisiche a danno del personale), la partecipazione, la formazione continua. Oggi alcuni aspetti della normativa del settore risalgono al 1931: la società discute di intelligenza artificiale, di ‘macchine coscienti’, ma questo mondo rimane pietrificato in una organizzazione del lavoro parzialmente regolata da un decreto del Re! Prossimamente coinvolgeremo i nostri iscritti in un confronto sulle nuove necessità di chi lavora in Atm”.
La crisi di quella che una volta era un fiore all’occhiello del Comune di Milano è sotto gli occhi di tutti: i tempi di attesa alle fermate si fanno sempre più spesso troppo lunghi per le esigenze di mobilità di una città come Milano, soprattutto quando una giunta con tinte green spinge per scoraggiare l’uso dell’auto con provvedimenti come Area C e Area B e l’estensione progressiva della sosta a pagamento.
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