Ha le idee chiare l’Assessore Grandi: “Sì, beh, gli alberi caduti il 25 luglio (2023) erano sani. Non tutti magari. Però una gran parte. D’altronde con quel vento sarebbe venuto giù tutto, no?”.
No, evidentemente non è venuto giù tutto. Il punto degli alberi a Milano, che non si riesce a spiegare agli ecologisti e manco agli assessori evidentemente, è che molti alberi apparentemente sanissimi, a Milano hanno le radici corte. Falda acquifera alta, di solito. In ogni caso, per questo cadono: non hanno presa. Ecco, vista la chiarezza di idee sugli alberi potevamo aspettarci qualcosa quando ha deciso di parlare di Suv?
Manco per sbaglio. Intanto si è deciso che il peso dei SUV indebolisce le radici degli alberi. In quanto “parcheggiati sui marciapiedi”. Forse qualcuno, mentre con delicatezza le toglie da davanti il fiasco di vino, dovrebbe spiegarle che i SUV parcheggiati in maniera da indebolire le radici non dovrebbero pagare di più la sosta. Al massimo andrebbero multati. Inoltre, se il criterio è il peso e non il rancore sociale e l’odio per il proprio elettorato, allora pure le macchine vanno pesate prima di decidere quanto far loro pagare.
Ma non finisce qui la parata di cose divertenti: uno dei problemi strutturali delle auto elettriche è, indovinate?, il peso. Da un punto di vista ingegneristico sono molto meno complesse, ma purtroppo la batteria pesa. State quindi dicendo che quei poveretti che hanno preso l’auto elettrica, magari facendoci un investimento importante, adesso devono pure pagare di più?
Sì, stanno dicendo esattamente questo. E non se ne stupisca nessuno: era l’obiettivo fin dall’inizio fare cassa. Non c’è alcun’altra logica. Non l’ambiente, di cui non gli è mai importato nulla, non la sicurezza stradale, con cui le piste ciclabili disegnate dalla sinistra fanno a pugni. E nemmeno una ordinata gestione della città. Solo volontà di far cassa e rancore sociale. Chi esce dall’eco-gregge è colpevole. E pazienza se non sta facendo nulla di male. Le norme possono sempre essere modificate per dimostrare che sì, la persona è effettivamente in difetto.
E così il fallimento nella gestione del verde si trasforma in scusa ideale per tassare chi, in nome della tutela dell’ambiente, aveva investito nella mobilità sostenibile. Con motivazioni insostenibili e scuse risibili, peraltro.

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.