L’idea di tariffe differenziate per residenti e turisti potrebbe rappresentare un compromesso per evitare ulteriori aumenti per i cittadini, mantenendo al contempo un sistema di trasporto pubblico sostenibile e accessibile. Un bilanciamento dunque, che andrebbe incontro a chi vive la città ogni giorno. Emblematico è l’esempio di Venezia. Nella Serenissima il biglietto per spostarsi sui mezzi pubblici (inclusi i vaporetti) ha un costo differente da residenti a turisti: i primi pagano 1,50 euro, i secondi 9,50 euro.
Negli anni passati, gli adeguamenti tariffari deliberati dall’Agenzia di Bacino del trasporto pubblico locale hanno generalmente colpito i biglietti singoli e i carnet. Lasciando però intatti gli abbonamenti per proteggere gli utenti regolari.
Il biglietto di tre giorni è stato recentemente aumentato da 13 a 15,50 euro, mentre gli abbonamenti non sono stati toccati. Questa scelta è stata giustificata dall’assessora alla Mobilità, Arianna Censi, che ha sottolineato l’importanza di non gravare sugli abbonati.
Il “biglietto breve”: un’altra ipotesi al vaglio
Un’altra proposta sul tavolo è l’introduzione del “biglietto breve”, suggerita dal consigliere Carlo Monguzzi. Questo biglietto a prezzo ridotto coprirebbe solo 3-4 fermate, adattandosi alle nuove modalità di spostamento influenzate dallo smart working e dai cambiamenti nelle abitudini di viaggio.
Questo tipo di soluzione potrebbe intercettare molta gente che non usa i mezzi pubblici perché non vuole pagare la cifra intera, o ritiene troppo onerosi gli abbonamenti. Monguzzi ha evidenziato che il numero di abbonamenti è diminuito di 53 mila unità rispetto al 2019. In più, i passeggeri di ATM sono calati del 12%. Ciò indica la necessità di adottare misure più flessibili.
Tuttavia, al momento, non c’è ancora nessuna decisione ufficiale e la discussione continua a essere aperta. (Moveo.it)
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