disegno di legge costituzionale Meloni-Nordio

Riforma della Giustizia con separazione delle carriere. Esultano Tajani e Confalonieri

Attualità

La riforma della Giustizia c’è e prevede anche la tanto attesa separazione delle carriere ed è ora un testo, il disegno di legge costituzionale Meloni-Nordio, che inizia il suo lungo viaggio in Parlamento. Il pm si sgancia dal giudice e diventa una parte, l’accusa, che battaglia con l’avvocato difensore.

Forza Italia ha condotto una lunga battaglia. Esulta il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, leader degli azzurri: «Abbiamo ottenuto un successo straordinario. Finalmente siamo arrivati a una riforma che va nella direzione della tutela dell’interesse dei cittadini, un processo equo con accusa e difesa sullo stesso piano, con esaltazione del ruolo del giudice terzo, non è assolutamente una riforma che va contro la magistratura anzi esalta il ruolo del magistrato giudicante e si va nella direzione della de politicizzazione della magistratura».

Soddisfatto il ministro delle Riforme istituzionali Elisabetta Casellati: «L’approvazione della riforma della Giustizia in Consiglio dei Ministri è un passaggio fondamentale verso un sistema giudiziario più equo e più a misura dei diritti dei cittadini che potranno contare su processi più rapidi».

«Speriamo che ce la facciano» ha commentato il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri Oltre a essere il sogno di Berlusconi, la separazione delle carriere era il sogno anche di tanti altri»  Confalonieri, nel 2013 dopo la condanna di Berlusconi, aveva dichiarato “Condannano Berlusconi e assolvono me che firmo i bilanci. Aberrante»

Nel dettaglio da Il Giornale

Separazione delle carriere

È appunto il nodo fondamentale: «La magistratura – si legge nel nuovo elaborato – costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere ed è composta dai magistrati della carriera giudicante e della carriera requirente». Questo vuol dire che il pm resta un magistrato e la sua autonomia viene scolpita dall’articolo 104, allontanando la possibile tentazione di collocarlo alle dipendenze dell’esecutivo. Ma nello stesso tempo prende la sua fisionomia precisa, distinta da quella del giudice che ha un altro compito. Dunque, se il ddl diventerà legge sarà impossibile il passaggio da una funzione all’altra, peraltro già oggi permesso una volta sola nella carriera. Si costruiscono due circuiti non comunicanti.

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