Prof Cesare Stevan

Parla il prof Cesare Stevan, fondatore della Facoltà di Design, oggi settima al mondo

Milano

Il Politecnico di Milano si conferma un’eccellenza universitaria a livello internazionale.
Lo certificano i dati del QS World University Rankings by Subject 2023 che vedono l’ateneo milanese tra le prime università nel mondo nelle sue discipline caratterizzanti: 7° posto sia in Design che in Architettura e al 23° posto in Ingegneria.

Comunque tutti i 12 dipartimenti dell’ateneo sono nella Top50 per almeno una disciplina. Ed è opportuno evidenziare le solide e creative radici poste dal prof Cesare Stevan, ventennale Preside della Facoltà di Architettura. Io c’ero, come si dice per dare verità al suo lavoro costante, innovativo, all’ascolto attento, all’intuizione costruttiva. Ho assistito alla nascita del corso di laurea e poi Facoltà di Design, nelle lunghe sere di discussione per prefigurare un percorso di studi che fosse ottimale.

Ho chiesto al prof Stevan da dove e come sia nata l’idea perché nulla nasce per caso, anzi in quel momento era matura la sua creazione. Ripercorriamo la storia con l’orgoglio delle inevitabili battaglie vinte.

“Rivendico infatti il riconoscimento di aver creato la Facoltà di Design del Politecnico di Milano, e lo faccio per dare merito a chi ha apprezzato l’idea e condiviso il progetto fino  alla sua concreta realizzazione.

Dall’inizio degli anni ’80 si verifica un consistente progressivo incremento degli iscritti alla Facoltà di architettura del Politecnico di Milano, che raggiungerà rapidamente il numero di 20.000 iscritti. L’equilibrio tra le due facoltà del Politecnico è sconvolto essendo da sempre Architettura pari a 1/5 di Ingegneria. Si grida allo scandalo: qualcuno invoca il numero chiuso (peraltro impossibile per legge ad attuarsi). Nel marasma, essendo personalmente comunque contrario a ogni numero chiuso e deciso a tutelare la libertà dei giovani di scegliere il loro corso di studi, accetto la sfida del numero elevatissimo di allievi, partendo dal chiedermi il perché della loro  scelta. La risposta deve essere trovata attraverso il contributo fondamentale degli studenti stessi. Consolidando l’unicità della base formativa dell’architetto, mi impegno ad articolare una serie di percorsi formativi, INDIRIZZI dell’unico corso di laurea. Da questa operazione risulta immediatamente chiaro che più della metà degli allievi si è iscritta pensando di trovare nella Facoltà una risposta che purtroppo non trova, ma che non può che essere data dalla facoltà di architettura. Da quel momento ritengo urgente dare quella risposta agli studenti che non li respinga e li accolga in itinerari di studio che via via diverranno CORSI DI LAUREA e, nel caso del Design, FACOLTA’, la terza Facoltà del Politecnico a più di un secolo dalla fondazione!

I passaggi per giungere alla facoltà del Design sono complessi e non possono essere in questa sintesi essere descritti. Mi limiterò a dire che l’occasione determinante per l’azione fu l’ennesimo tentativo da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica di mettere mano agli statuti delle discipline. Il Ministro ANTONIO RUBERTI (già Rettore della Sapienza) fu un amico prezioso che capì, condivise e appoggiò il progetto inserendolo nella legalità statutaria. Al Ministro offrii una testimonianza culturalmente importante quella di THOMAS MALDONADO in un incontro a tre al Ministero. Thomas mi appoggiò su tutto il percorso aiutandomi a superare non poche difficoltà interne alla Facoltà. Non posso infine non ricordare ANGELO CORTESI, allora presidente ADI che capì che bisognava offrire ai laureati nella Facoltà del Design una forma di copertura professionale che li rendessi liberi di scegliere senza porsi l’incubo del riconoscimento da parte dell’Ordine degli Architetti. Angelo Cortesi operò per stabilire una connessione tra formazione e sbocco professionale. Il seguito è più noto e conosciuto: l’amicizia fraterna con Alberto Seassaro e il suo talento alimentarono la crescita e lo sviluppo dell’iniziativa come nessuno avrebbe potuto fare. Non ci risparmiammo e ponemmo così solide radici a un riconoscimento internazionale in un posto di indubbio prestigio”.

Oggi la Facoltà di Design sta nell’Olimpo che merita.

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