Partita a Milano la mappatura delle zanzare: sotto la lente anche la zanzara coreana e giapponese

Milano

Creare una mappa delle zanzare “residenti” a Milano. Un vero e proprio censimento che permetta ai ricercatori di sapere quale specie è presente in una data zona. Lo sta realizzando un gruppo di ricercatori dell’università Statale di Milano, nell’ambito di un maxi progetto “Musa” (Multilayered Urban Sustainable Action) finanziato con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L’iniziativa coinvolge diversi atenei e studia in più dimensioni come trasformare l’area metropolitana di Milano per migliorare il benessere delle persone e la sostenibilità. In questo contesto di interventi nelle aree urbane rientrano anche modalità per evitare che le aree riqualificate, spesso periferiche, siano esposte all’invasione di specie animali e vegetali che possono avere un impatto negativo sulla qualità di vita dei cittadini.

L’impatto dell’urbanizzazione

Anche il fenomeno dell’urbanizzazione infatti, incide sull’invasione di animali e di nuove malattie e sull’ulteriore intensificazione di altre, soprattutto malattie virali trasmesse ad esempio dalle zanzare, come ricorda l’Oms. Da qui la necessità di sapere di più sulla biodiversità di quelle milanesi. Perché questi insetti hanno preferenze diverse su dove stabilirsi, come riporta il documento di presentazione del progetto. Se la maggior parte delle specie di zanzare mostrano una preferenza per specifici tipi di habitat larvali (ad esempio stagni), altre preferiscono colonizzare siti artificiali derivanti dalle attività umane negli spazi urbani o nelle aree riqualificate.

Da Brera a Mind

Spiega all’Adnkronos Salute Sara Epis, professore associato di Parassitologia e Malattie parassitarie, Dipartimento di Bioscienze UniMi, fra i ricercatori impegnati nel progetto: “Il censimento delle zanzare metropolitane si concentrerà su diversi ambienti e quindi quartieri della città di Milano. In particolare sulle aree rigenerate, che magari erano abbandonate e dove ora sono stati creati nuovi parchi, nuove aree verdi. Ambienti molto belli, dove però ovviamente si possono creare anche stagni, ambienti umidi che favoriscono la presenza di zanzare. Stiamo cercando dunque di monitorare proprio quella che è la biodiversità delle zanzare nell’area milanese, dal centro città fino a contesti periferici. Dall’Orto botanico di Brera, per citare uno dei punti target, fino al Mind (Milano Innovation District), nell’ex area Expo, una zona molto ricca di zanzare”.

Il ruolo nella trasmissione di patogeni

Lo studio è partito questa primavera e per due anni andrà avanti con questo tipo di attività come ricorda Epis che auspica di poter dare un po’ di notizie sulla biodiversità delle zanzare meneghine già nel corso del prossimo anno. Aggiunge: “Al momento si sa veramente poco al riguardo e stiamo cercando di capire chi c’è, e qual è il ruolo che questi insetti possono avere anche a livello di eventuale trasmissione di patogeni all’uomo e agli animali. Abbiamo siti target su cui ci stiamo concentrando, perché non si può monitorare tutto ovviamente”. Oltre alla sorveglianza degli insetti però, gli scienziati cercheranno anche di fornire strategie mirate che siano ecocompatibili per il controllo di queste zanzare in ambiente urbano.

Mappe predittive del rischio sanitario

Obiettivo del progetto è creare mappe predittive del rischio sanitario per ciascuna area in modo da prevedere potenziali infezioni trasmesse dalle zanzare in diversi scenari cittadini. Puntando quindi al miglioramento della qualità ecologica delle aree urbane, anche promuovendo la resilienza di componenti chiave come uccelli, piccoli vertebrati, artropodi. Gli approcci usati per ottenere la “carta d’identità” delle specie di artropodi presenti nei siti saranno sia tradizionali che molecolari. Questi ultimi usano il Dna ambientale (ricavato analizzando e sequenziando campioni per esempio di acqua nel caso delle zanzare).

Specie invasive emergenti

Occhi puntati dunque su quelli che possono essere artropodi invasivi e patogeni emergenti. Epis e il gruppo di ricerca “Entopar” sono coinvolti anche in un altro progetto finanziato con fondi Pnrr, che a livello nazionale svolgerà un’attività di monitoraggio e studio degli artropodi, in particolare specie invasive di zanzare come la Aedes koreicus, la zanzara coreana e la Aedes japonicus la zanzara giapponese, su cui da diversi anni il gruppo sta lavorando intensamente.

Le zanzare coreane e giapponesi

“Queste due specie di zanzare di recente introduzione nel nostro territorio – puntualizza Epis – occupano aree un po’ diverse rispetto alla zanzara tigre, che è considerata più una zanzara urbana. Stanno più in un ambiente collinare fino ad arrivare anche a zone di montagna. E anche loro sono potenziali vettori di patogeni. Entrambe sono arrivate negli stessi anni”.

Epis spiega che la zanzara coreana ha una grande capacità di adattamento e si è diffusa molto bene nel Nord Italia, perché non teme le basse temperature. Inoltre compete poco con la zanzara tigre perché occupa spazi diversi rispetto ad essa. La zanzara giapponese invece è più a focolai: in alcune aree è presente e magari se ne trovano molti esemplari e in altre meno. “Ha una distribuzione un po’ più a macchia di leopardo, ma sempre nel Nord Italia, come la coreana” aggiunge l’esperta. “Al momento infatti non ci sono segnalazioni nel Centro e nel Sud Italia di queste due specie di zanzare”.

Un anno prolifico

I primi avvistamenti nel nostro Paese per esempio per la zanzara coreana risalgono intorno al 2010-2011, ma negli ultimi anni questa specie ha avuto una particolare espansione probabilmente complici anche condizioni climatiche favorevoli. Conclude Epis: “I cambiamenti climatici sicuramente influiscono. Ci sono anni in cui ci sono meno zanzare proprio perché magari la stagione è stata più secca e quindi hanno più difficoltà a deporre le uova in ambiente acquatico. Soprattutto le zanzare tigre, che hanno bisogno di sottovasi e di presenza anche di piccoli specchi d’acqua. Quest’anno abbiamo avuto anche abbondanti piogge e umidità e sicuramente per le zanzare è stato un buon anno. Un anno prolifico”.

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