Il tribunale di Sorveglianza. ‘Cospito costantemente monitorato’. Ha riavuto libri e appunti.

Cronaca

Ha riavuto i suoi libri e i suoi scritti Alfredo Cospito, da lunedì scorso in cella nel centro clinico del carcere milanese di Opera per via delle sue condizioni fisiche dovute allo sciopero della fame che sta portando avanti ormai da 110 giorni per protestare contro il 41bis.

Condizioni che se dovessero peggiorare renderanno necessario il suo trasferimento nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo.

Gli appunti, in cui ha messo nero su bianco alcuni suoi pensieri, e i libri che aveva con sé quando è arrivato dall’istituto di massima sicurezza Bancali di Sassari, da quanto si è saputo, gli sono stati restituiti l’altro venerdì o addirittura giovedì dopo un ‘controllo’ da parte degli agenti di polizia penitenziaria per via della censura prevista dalla normativa. Intanto lui prosegue a rifiutare cibo e integratori e ad andare avanti ad acqua e sale e zucchero. Scelta che rende sempre più concreta l’ipotesi di un ricovero ospedaliero che avverrà quando i medici del Servizio di Assistenza Integrata, ossia il centro clinico di Opera, stabiliranno che il suo quadro clinico richiede un monitoraggio e un’assistenza che il carcere non può assicurare. Inoltre è sempre convinto di far valere la sua volontà, in caso di un peggioramento, di non essere alimentato artificialmente.

“Come tutti i casi di questo genere, continuiamo il monitoraggio con la massima attenzione”. Così il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Giovanna Di Rosa, su Alfredo Cospito, l’esponente della Fai, da lunedì scorso al centro clinico del carcere milanese di Opera. Il giudice Di Rosa e la collega Ornella Anedda, che ogni giorno ricevono una relazione medica, giovedì scorso hanno fatto visita al 55enne e presto ritorneranno a trovarlo.

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