Carlo Monguzzi (Verdi) denuncia “Area B inutile: ogni giorno 900mila auto”

Milano

L’illusione di Area B è già finita. O forse non era mai cominciata. Numeri allarmano, la zona a traffico limitato-si fa per dire -attiva dal 2019 a Milano, con i suoi oltre 180 varchi d’accesso non ha frenato l’ingresso delle auto nel capoluogo lombardo. Anzi. E anche il recente “inasprimento” delle regole, con lo stop alle auto diesel Euro5 a partire da ottobre 2022 è servito a poco. Gli ingressi giornalieri sono sempre intorno ai 900mila, di cui ben 200mila prima delle 7.30 e dopo le 19.30, vale a dire quando le limitazioni non sono attive. In sostanza, basta entrare a Milano di buon mattino per poi poter circolare (e inquinare) quanto si vuole, senza che ci sia nessun controllo. Nello specifico, venerdì 2 dicembre è stato toccato il picco con la bellezza di 940mila ingressi, di cui 705mila nella fascia tra le 7,30 e le 19,30.

Per Carlo Monguzzi, capogruppo della lista Europa Verde, già presidente della Commissione Ambiente e Mobilità «sempre intorno ai 900mila gli ingressi di  auto a Milano nei giorni feriali; sempre 200mila gli ingressi prima delle 7.30 e dopo le 19.30; sempre intorno alla soglia di allarme i valori del pm10. E ’sempre più evidente che questa AreaB così non funziona. Un toccasana straordinario saranno poi i 175 camion al giorno, tutti i giorni, per sei anni per abbattere il Meazza e costruire il nuovo stadio». A onor del vero, Monguzzi nel primo Consiglio comunale di ottobre aveva detto: «i divieti dei diesel Euro 4 e 5 sono finti. Aritmeticamente è semplice: se io con una mano vieto la circolazione di 47mila veicoli (sono i diesel Euro 4 e 5) e con l’altra mano autorizzo la circolazione di 47mila veicoli col Move In che tutti stanno richiedendo, la somma è zero, i veicoli tutti continuano a circolare. Infatti Area B, che esiste dal 2019, finora non ha dato risultati». Quello che si sta creando è sempre più un fronte bipartisan di critici di Area B. Perchè se Monguzzi rileva criticità soprattutto legate all’impatto sull’ambiente, solo poche settimane fa, il leader della Lega Matteo Salvini aveva dichiarato: «L’Area B a Milano non aiuta l’ambiente, ma danneggia centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori meno abbienti. Un provvedimento classista e razzista».

Ma di fronte all’evidenza (e alle proteste degli automobilisti), per il momento da Palazzo Marino si sono limitati a riattivare la piattaforma attraverso la quale e possibile chiedere una deroga per l’ingresso in Area B per la propria vettura diesel Euro 5 per coloro che hanno già acquistato o noleggiato a lungo termine un’auto nuova anche se non l’hanno ancora ricevuta. In pratica, caricando sul sito la carta di circolazione della propria auto e il contratto di acquisizione del nuovo veicolo si potrà continuare a circolare nel perimetro dell’Area B fino all’arrivo del nuovo mezzo con limite fissato al 30 settembre 2023. Già, perché anche il Move-In, la “scatola nera” che rileva gli spostamenti dell’auto, garantendo un certo numero di km di percorrenza annuale nella zona a traffico limitato, in base alla classe inquinante del veicolo, somiglia sempre più a una deroga poco utile. Non è un caso che, a oggi, solo il Comune di Milano abbia aderito all’estensione del sistema Move In in deroga alla limitazioni.

Resta la questione economica. Quella che, forse, interessa le casse comunali più di quella ambientale. Per chi non rispetta Area B è prevista una multa dai 163 ai 658 euro. Per il resto, l’unico risultato ottenuto da questa misura è stato quello di generare una crisi della mobilità per i milanesi e pendolari dal momento che nessun’altra città  italiana ha messo fuorilegge le auto Euro5 a gasolio.

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