Un decreto doveroso contro i rave party, ma alla sinistra piace davvero tanto l’illegalità

Attualità

Una chiacchierata al bar con un caffè, conoscenti occasionali, un quotidiano in mano e la discussione nasce spontanea sul decreto anti rave party appena emesso dopo i fatti del rave abusivo a Modena. Sono pronta ad ascoltare applausi per la linea Letta e sinistra tutta, compresi gli artisti che si accodano come garanti del politicamente corretto e, invece, vince un’ironia, questa sì da applausi, contro la mancanza di pragmatisno e il buon senso dei “sinistri”. E sorrido perché i miei interlocutori sono gli stessi che prevedevano lacrime e sangue dal governo Meloni. “Bisogna dirlo, questa è una cosa giusta”…”Ma quale manifestazione di giovani in libertà…Quello era un raduno di drogati e c’è chi ci guadagna fior di soldi..” “E in un capannone pericolante, occupato senza chiedere permessi” “chissà come era contento il proprietario…” “Allora ci si deve aspettare che migliaia di ragazzi occupino un cantiere qualsiasi in un giorno di festa?” “Propongo che il prossimo rave party sia organizzato in piazza, alla luce del sole, con droga e fiumi di alcol con un invitato speciale: Letta” “Il pugno del governo? Ma finalmente. Un limite alla libertà? No un limite alla delinquenza” E mi pareva strano che gente di sinistra, il cosiddetto popolo esprimesse opinioni di lampante buon senso contro l’illegalità.

Perché così non succede nella sinistra ideologica al potere che confonde una manifestazione con un raduno illegale e criminale, che è pronta a giustificare atti palesemente contro le leggi con manifestazioni di libertà come una volta giustificava gli espropri proletari come lotta per la giustizia sociale. Si direbbe che la sinistra abbia sposato l’abusivismo e l’illegalità e allora perché meravigliarsi della tolleranza anche di Sala nei confronti delle occupazioni dei centri sociali?

È stata necessaria una nota del Viminale per spiegare l’ovvio, ossia che la decisione presa in sede di Cdm “interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l’incolumità pubbliche“. Questo provvedimento, si specifica nella nota, “non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione e difesi dalle istituzioni”.

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