Immobili all’asta, per il Comune tre flop solo nell’ultima settimana

Milano

La sintesi efficace del prof Giorgio Gocco in un post “Oggi il Corriere titola: “Asta di immobili del Comune: tre gare deserte. Scatta l’allarme.”

E’ iniziata la bolla immobiliare milanese. Tanto ha fatto Sala che c’è riuscito!”

L’analisi dettagliata da Il Giorno

“La previsione più sfavorevole si è avverata: un’altra asta all’incanto deserta e zero euro di incasso per il Comune. Stavolta l’amministrazione aveva messo a bando con una base d’asta di affitto annuale di 6 milioni di euro l’edificio in Galleria Ciro Fontana, nel pieno centro della città: la gara proponeva di aprire un nuovo “Shopping Luxury Mall” plurimarca (fino a 5 insegne diverse) sugli oltre 2 mila metri quadrati oggi in parte liberi e in parte occupati da uffici comunali, in via di trasloco. Come possibile alternativa progettuale i privati avrebbero potuto proporre di aprire un albergo e servizi in Galleria Ciro Fontana. Niente da fare: neanche un’offerta è arrivata negli uffici comunali del settore Demanio di via Larga. E purtroppo per Palazzo Marino non è la prima volta nelle ultime due settimane.

Il risultato finale, dallo scorso 23 settembre a ieri, è di quattro bandi deserti, uno con sei offerte, un altro con due e uno con una sola offerta ma nessun rilancio nell’asta all’incanto. Insomma, il Comune è sotto 4 a 3. Partiamo dal poker di risultati negativi. Oltre alla Galleria Ciro Fontana, va subito ricordata la gara deserta di giovedì: niente hotel extralusso nell’immobile comunale di via Dogana e via Mazzini affacciato su Piazza Duomo. Nessun privato si è sentito di partecipare a una gara con una base d’asta da 6,7 milioni di euro come canone annuo. Due flop in due giorni.

Se torniamo indietro al 23 settembre, invece, registriamo la prima delle gare deserte di questo filotto di quattro flop. In quel caso il Comune aveva messo a bando le quattro vetrine a insegna “Davis” in Galleria Vittorio Emanuele affacciate su piazza Duomo: i 540 metri quadrati su quattro livelli dovevano essere aggiudicati partendo da una base d’asta di 1,5 milioni di euro. Tutto da rifare. La quarta gara deserta, invece, risale al 30 settembre, quando Palazzo Marino puntava a vendere gli immobili di via Messina 50-via Cenisio 2 ma non ha ricevuto neanche un’offerta.

Passiamo alle note meno dolenti. Perché sui sette ultimi bandi presi in considerazione, tre sono andati bene o quasi, come vedremo. Il primi due, chiusi entrambi il 23 settembre, hanno visto l’arrivo di otto offerte complessivamente per lo spazio ora occupato da Tod’s ma diviso in due lotti dal Comune. Per il primo lotto, il più grande (118 mq), sono arrivate sei offerte: Chanel, Loro Piana, Samsonite, Damiani, Swarovski e John Richmond. A decidere chi si aggiudicherà lo spazio sarà un’asta all’incanto, partendo dalla base d’asta di 545 mila euro di canone annuo. Per il secondo lotto (126 mq) si sono fatti avanti Sartoria Rossi e Damiani (base d’asta: 365 mila euro).

Il terzo bando che ha ricevuto offerte riguarda il palazzo comunale di largo De Benedetti a Porta Nuova. Il Comune puntava a un’asta all’incanto con una prima offerta di rilancio da cinque milioni di euro, ma alla fine alla gara si è presentato un solo offerente, Coima di Manfredi Catella, che ha offerto 30,5 milioni di euro su una base d’asta di 28,99 milioni di euro. Palazzo Marino si è riservato di valutare se accettare l’offerta o rifare la gara sperando in più di un partecipante. Ma considerando i tre flop solo nell’ultima settimana, l’offerta milionaria di Coima potrebbe essere tenuta in maggiore considerazione.”

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