Man Ray, all’anagrafe Emmanuel Radnitzky (27 agosto 1890, Philadelphia – 18 novembre 1976, Parigi) è stato un importantissimo fotografo, pittore e grafico nonché esponente sia del Dadaismo che del Surreliasmo (anche che non si è mai definito tale). La sua formazione artistica inizia a New York dove frequenta una scuola serale di disegno artistico e dal vivo avvicinandosi subito alla pittura, suo primo amore. Si interessa alla fotografia solo nel 1914 quando compra una macchina fotografica per poter immortalare le sue opere e averle sempre con sé.
Velatura erotica- Mereth Oppenheimer
La fotografia per Man Ray non è altro che un mezzo per guadagnarsi da vivere, come dimostra il suo avvicinarsi al mondo della moda e delle riviste patinate: “avrei fotografato una serie di donne, avrei potuto anche diventare uno specialista nel campo del ritratto femminile. Era un mercato più vasto”. Nel 1921 Man Ray si trasferisce a Parigi insieme all’amico Duchamp (conosciuto nel 1915) e inizia a farsi notare soprattutto per i ritratti di personaggi famosi tra cui gli amici surrealisti di Duchamp, diventando nel 1924 il primo fotografo surrealista. È proprio in questi anni che scopre una delle tecniche che lo renderanno famoso: i rayographs,immagini fotografiche ottenute poggiando degli oggetti direttamente sulla carta sensibile. Nel 1929, insieme all’assistente Lee Miller, Man Ray ridarà vita alla tecnica della solarizzazione ottenendo fotografie i cui soggetti sono contornati da un bordo nero che li fa sembrare dei disegni. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale sarà costretto a lasciare Parigi e spostarsi in America, ma ritornerà in Francia dove vivrà fino alla morte.Sebbene si sia sempre definito pittore e quasi mai fotografo, sottolineando spesso una mancata ammirazione per questo mezzo, ha dimostrato una sinergia tra i due: “mi sono spesso divertito a fare fotografie che possono essere scambiate per riproduzioni di dipinti che sono stati ispirati da fotografie”. Questo mezzo infatti diventa fondamentale perché capace di catturare ogni immagine presente nella mente e dargli vita: “nonostante i suoi aspetti meccanici, la fotografia mi aveva sempre affascinato in quanto modo di dipingere con la luce e le sostanze chimiche”.
L’interesse primo di Man Ray infatti è quello di creare opere d’arte capaci di “divertire, disorientare, annoiare o ispirare la riflessione, ma non a suscitare ammirazione per l’eccellenza tecnica che si riversa di solito nelle opere d’arte”. È quello che l’artista ottiene con le fotografie che hanno come soggetti le bellissime donne coinvolte nella sua vita, come amanti, assistenti, amiche o semplicemente committenti. Il suo amore per il corpo femminile e per l’erotismo permea tutte le fotografie: la donna infatti viene percepita come una musa eterea e magnifica, nonché come simbolo di passione e seduzione da mostrare senza tabù. Gli scatti dell’artista sono diretti, non c’è nessun tentativo di voler nascondere il corpo della donna, che viene anzi enfatizzato da pose sperimentali e azzardate ma eleganti, insieme al gioco di bianco e nero creato dalla luce. Anche la scelta del luogo enfatizza la dimensione di sogno: Ray predilige spazi ordinati e luoghi non definiti, perfetti per esprimere una presenza eterea e fuori dal mondo. (ArtslLife)
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