Dai Sindacati: “Boom di dimissioni dal Comune di Milano”

Milano

La denuncia dei sindacati: i neoassunti cercano di andarsene, così i concorsi rischiano di essere inutili.

– Fuga dal Comune di Milano, con dimissioni di neoassunti a Palazzo Marino. Attirati da pubbliche amministrazioni che offrono stipendi migliori o da città con un costo della vita più basso rispetto a quello, alle stelle, di Milano. Un fenomeno denunciato dal sindacato Usi, che ha raccolto alcune testimonianze. “Sono molte decine i neoassunti coi numerosi concorsi che si sono succeduti dal 2017 ad oggi – spiega – che stanno presentando le dimissioni dopo aver vinto concorsi in altre città. Un fenomeno che sta assumendo contorni e cifre preoccupanti, lasciando scoperte molte posizioni”.

Il sindacato riporta anche le preoccupazioni di una dirigente di Palazzo Marino rimasta senza “funzionarie già formate”, e il racconto di una 26enne, laureata in Giurisprudenza e ormai ex dipendente del Comune. “Chi me lo fa fare di restare a Milano?”, spiega. “Con lo stesso stipendio qua ero in condivisione a 500 euro per una stanzetta in periferia, mentre a Firenze con la stessa cifra abito in una casa da sola. In 10 minuti a piedi sono in centro”.  

Un altro giovane spiega invece di aver rassegnato le dimissioni dopo aver visto un concorso al ministero dell’Interno, che offre “400 euro nette in più al mese per la stessa qualifica”. Durante i videoincontri con l’amministrazione, spiega l’Usi, molti delegati sindacali “avevano chiesto concorsi meno selettivi e più aderenti alle vere necessità del comune, quelle che i neoassunti avrebbero incontrato di lì a qualche mese”. Una possibile soluzione per scongiurare la fuga da Milano, sull’onda di un fenomeno che riguarda anche altre pubbliche amministrazioni. Il personale della giustizia assunto a Milano, infatti, cerca di tornare verso le regioni d’origine, chiedendo il trasferimento in altri uffici giudiziari e creando quindi un vuoto di organico. Stessa musica anche all’Ispettorato del lavoro, dove dimissioni e trasferimenti rischiano di vanificare le misure per rafforzare gli organici a Milano.

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