Cinque anni fa il Corriere chiedeva e i milanesi rispondevano: vicolo dei Lavandai batte il Duomo. E’ il risultato di un sondaggio a cui hanno risposto in 4000 per dire che il luogo del cuore ha il fascino e la magia di un piccolo vicolo della Vecchia Milano, dove il pulsare di un’anima antica è il profumo della tradizione, della fatica, dell’autenticità.
E’ il respiro di un canto popolare, quando i sentimenti erano verità e condivisione, quando nelle osterie si brindava alla vita, quando la voce di Milano era anima e cuore. Vicolo dei Lavandai per ritrovare la bellezza di una Milano nascosta, lontana dall’imponenza delle piazze, dallo sfavillio di una Darsena riproposta come un Luna Park, dai Monumenti rappresentativi della grande Storia. Vicolo dei Lavandai per ascoltare la milanesità del Naviglio, per ricordare una dimensione umana che oggi sembra scomparsa.
Oggi rinasce la sua magia con quattro artisti che espongono le loro opere in quel vicolo. Verrà inaugurata sabato 27 novembre alle 17 la mostra “Memi“, che raccoglie i lavori di Matteo Laganà, Elena Rede, Marika Laganà e Italo Corrado. Organizzata dall’associazione culturale “Amici delle Sempiterne“, presieduta da Simona Fontana, l’esposizione durerà fino a domenica 5 dicembre.
Fonte d’ispirazione per i quattro artisti è proprio il suggestivo angolo di Milano in cui si trova l’atelier, un vicoletto nascosto fra i navigli che si trova di fronte a un lavatoio riconosciuto come monumento nazionale, lo rende noto Il Giorno.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Io,milanese,il vicolo lo porto dentro,non sto a dire la quantità di ricordi,Milan le’ semper Milan