Prodotto da Arte.it Originals in collaborazione con Rai Cultura, Balla. Il signore della luce racconta il percorso del grande artista a partire dal primo periodo figurativo, per poi passare al centro della sua produzione, con l’adesione al futurismo, fino al ritorno ragionato all’arte figurativa, nel 1937. Dopo il periodo di oblio, dovuto all’associazione del suo nome con il regime fascista che lo esaltò, Giacomo Balla viene riscoperto dalla critica e dal mercato dell’arte; in particolare dai collezionisti ebrei statunitensi che, dopo una mostra al MoMa di New York nel 1949, iniziano ad acquistare le sue opere, molte delle quali si trovano ora nei musei oltreoceano. Il film, scritto da Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà, per la regia di Franco Rado, fa luce anche sugli aspetti discussi della personalità di Balla, per anni accusato di prossimità all’ideologia fascista. Inoltre si parla del legame dell’artista con i movimenti delle neoavanguardie italiane, i cui esponenti, negli anni cinquanta lo riconobbero come il padre dell’astrattismo nostrano. Nel corso del documentario, girato nei primi mesi del 2021, si va alla scoperta delle opere del pittore, disseminate in Italia, a Gardone Riviera, Milano, Torino (Pinacoteca Agnelli, dove è conservato il famoso quadro nel 1933, “Marcia su Roma”), Venezia e Roma (Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e Fondazione Biagiotti Cigna, dove sono custodite oltre duecento opere dell’artista). Lavinia Biagiotti Cigna, Balla. Il signore della luce, Rai5 “Torinese, altezza 1.60, peso 67 chili, carnagione rosea, occhi cilestri, barba ramata, capelli castagni, temperamento non si sa mai, mangia e veste a modo suo” è la descrizione di Giacomo Balla che viene riportata durante il racconto televisivo. Il documentario di Rai5 arriva insieme ad almeno due importanti eventi nella capitale, in coincidenza con l’anniversario della nascita di Balla: la riapertura di due luoghi di culto, Bal Tic Tac, il mitico locale futurista di Via Milano decorato dal pittore, e Casa Balla in Via Oslavia, abitata dalle figlie pittrici Luce ed Elica fino agli anni novanta, ora visitabile grazie al lavoro del MAXXI di Roma che, nella sua sede di via Guido Reni, ha inaugurato una mostra dedicata.
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Sarebbe carino capire quando verrà trasmesso…