L’ossessiva preoccupazione di Sala, PD e compagni tutti in questo periodo è la campagna elettorale, come vendere le promesse enfaticamente postate sui social e, naturalmente, come finanziare la battaglia pre-elezioni. Si ricorre a slogan accattivanti, gentili proposti dalla segretaria Metropolitana PD Roggiani che, evidentemente dai tanti tavoli consultivi messi in atto, ha sfoggiato inviti suadenti.
E da quel “Chiamami ancora amore (pardon) Milano” per i luoghi di battaglia e di persuasione nelle piazze, oggi conia anche «Regalati una cena e sostieni Beppe Sala». Già, perché per il 12 marzo è stata programmata una cena con il Sindaco, “ma, osserva Il Giornale, non sarà una tavolata tradizionale, «i nostri volontari consegneranno a casa il cibo e poi ci incontreremo virtualmente». Cena elettorale in streaming. Ma «il tuo contributo sarà prezioso – scrivono agli elettori di sinistra – perché permetterà al Partito Democratico di sostenere la gran parte dei costi di materiali e della comunicazione per la campagna a sostegno di Sala». Il contributo minimo è di 100 euro. Una cena, insomma per chi può, per la corte PD dei radical chic che girano intorno al potere, per i simpatizzanti di un partito che ha rinnegato la sua vocazione. Uno schiaffo a chi vive il quotidiano con difficoltà, agli ambulanti, commercianti, ristoratori ecc. 100 euro per finanziare parole e verbi declinati al futuro, per sussurrare “Chiamami ancora Milano”
Mi piacerebbe sapere quanti Rom e fruitori dei Centri sociali rigorosamente PD parteciperanno alla cena.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Se la narrazione del fatto è quella descritta, cadono non solo le braccia, ma anche la lingua e gli occhi su una singolare metamorfosi di chi avrebbe dovuto (una volta) rappresentare un partito che della tutela delle classi operaie, o comunque meno abbienti, si ergeva a portabandiera. Oggi quella bandiera, un tempo rossa per definizione, oggi in diverse occasioni lo è per vergogna. Sarebbe quantomeno corretto che, a chi volesse comunque partecipare all’evento, ma è ancora in attesa di ristoro e cassa integrazione, la giunta Sala offrisse un robusto contributo, anziché chiederlo a chi può solo dire “vorrei ma non posso”.