Suonano le campane di Notre Dame a Nizza, ma non è un canto: è un grido tragico dopo le tre decapitazioni per mano di Aouissaoui Bahrain, nato in Tunisia il 29 marzo del 1999 ed è arrivato agli inizi di ottobre in Italia. È sbarcato a Lampedusa, bloccato grazie ai controlli, è stato portato in Puglia nel centro di identificazione e fotosegnalato dalla questura. Dopo la fotosegnalazione effettuata a Bari, è stato inserito nei terminali per “illecito ingresso in territorio nazionale”. La polizia e i servizi di intelligence stanno ricostruendo le tappe del viaggio che lo hanno portato in Costa Azzurra. E soprattutto stanno indagando sul perché non sia stato trattenuto nel centro di identificazione in attesa del rimpatrio.
La cronaca è del quotidiano Il Giornale. Inquadrata la storia, diventano macroscopiche le falle dell’accoglienza indiscriminata di una sinistra politicamente e pietisticamente acritica, ideologicamente uniformata. Da evidenziare che importiamo positivi e contagiati, clandestini senza un perché e anche terroristi. Gente che conosce “l’arte” dell’aggressione violenta, dell’insurrezione devastante nei Centri, della fuga eludendo qualsiasi controllo. Che dice il PD? Che dice soprattutto la Lamorgese, figura scialba e di servizio? Dopo aver suggerito ai legittimi manifestanti che hanno riempito le piazze d’Italia contro l’ultimo DPCM di allontanare i violenti infiltrati nei cortei civili dei negozianti, sa che a Milano centri sociali e immigrati hanno creato l’inferno? Affermava che Milano è una città sicura, che i fatti di spaccio e di stupro erano gravi, ma non dovevano preoccupare, ma non è la prima volta che immigrati e centri sociali confermano un patto di alleanza. Negli anni da prefetto Lamorgese non ha mai commentato le decisioni prese da Salvini in materia di immigrazione, ha rivendicato le decine di sgomberi e le operazioni come quella effettuata alla Stazione Centrale di Milano apparsa a molti come una vetrina per i media, e più in generale ha ammesso di interessarsi più alle paure dei cittadini, che giudicava una percezione ingiustificata. Ma i Centri sociali sono stati inamovibili e l’accoglienza continuò ad essere indiscriminata.

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