Piano piste ciclabili entro ottobre per la rinascita di Milano. Ma il Comune ci fa o ci è?

Milano

Se qualcuno vuole meravigliarsi, spaventarsi, preoccuparsi, inorridiee o gridare Alleluia, è ammesso. Non vedete le bandiere del trionfo esposte da Sala, Granelli e Maran? Il Comune, non sapendo che pesci prendere per rilanciare Milano, cercando di dimostrare che una mobilità dolce è l’essenza del futuro, che essere green si identifica solo  usando bici e monopattini, martellando l’idea che l’auto è brutta e cattiva, ha tracciato una griglia di lavoro per il prossimo mese. La nota è di mianews “Sono 18 i cantieri di itinerari ciclabili conclusi dal 30 aprile scorso, quando è stato lanciato il programma Strade Aperte. Ad oggi sono oltre 21 i chilometri di ciclabili già percorribili dai cittadini che scelgono la bici o il monopattino, di proprietà o in sharing per gli spostamenti urbani. Lo sottolinea palazzo Marino in merito al piano di interventi dell’amministrazione per la mobilità sostenibile.
Oltre agli itinerari ciclabili già realizzati sono in corso altri sette cantieri per ulteriori 10,4 chilometri (Isola Farini, Legioni Romane Berna Zurigo, Palmanova zona 30, Cusio, viale Monza, Cerchia Navigli Sforza – Pontaccio, ciclabile Vento – lotto 1 Alzaia Naviglio Pavese) e nella prima metà di settembre si apriranno due nuovi cantieri per altri 4,8 chilometri: connessione Milano Ortica – Segrate (Buccari, Ortica, S. Faustino, Trentacoste, Bistolfi, Crespi, Caduti di Marcinelle) e i controviali zona 30 in corso Sempione e sosta in carreggiata centrale.
Al 15 ottobre saranno quindi messi a disposizione oltre 35 chilometri di nuovi itinerari ciclabili.Diversificata la rete a seconda della morfologia delle strade urbane. Ci sono piste ciclabili in struttura come via Monte Rosa tra Amendola e Buonarroti, un cantiere pesantemente ritardato da due imprese con le quali il Comune ha interrotto i rapporti, ma ora finalmente concluso con una strada riqualificata; piste ciclabili miste in struttura e segnaletica come quella tra Bisceglie e Bande Nere; percorsi tracciati in sola segnaletica con vere e proprie piste ciclabili come in corso Buenos Aires; corsie ciclabili più leggere, le bike lane come in viale Monza e viale Puglie; controviali con velocità ridotta a 30 km/h per permettere il transito in sicurezza e in promiscuo a biciclette, automobili, moto, pedoni.
Sono presenti percorsi radiali dal centro alla periferia attraverso i numerosi quartieri della città come l’itinerario tra piazza San Babila e Sesto San Giovanni a Sesto Marelli o dall’Arco della Pace fino a Mind a Cascina Merlata o da Porta Volta fino al parco Nord a Cinisello Balsamo passando per il quartiere Isola, oppure circonvallazioni o tratti trasversali come la Cerchia dei Navigli. L’asse Faenza – Famagosta – Cermenate, l’asse dei viali delle Regioni (Romagna – Campania – Mugello – Molise – Puglie), oppure connessioni importanti per quartieri di periferia come Ovidio – Molise – Calvairate e infine connessioni tra il Comune di Milano e altri Comuni della città metropolitana, unendo percorsi ciclabili urbani ed extraurbani, come la connessione con Novate Milanese e con Segrate attraverso i quartieri Ortica e Rubattino.
Molti sono itinerari utili tutti i giorni per effettuare il percorso casa-lavoro o casa-scuola ma vi sono anche itinerari dall’elevato valore paesaggistico, storico e turistico come la ciclabile “VenTo” lungo l’Alzaia Naviglio Pavese per completare il percorso che collega Milano e la sua Darsena con il fiume Po e la sua ciclabile tra Torino e Venezia – prosegue l’amministrazione comunale “ C’è da chiedersi quante di queste piste ciclabili siano inutili, corrispondano a sogni di carta, ma non siano opportune nella realtà, quanti parcheggi abbiamo cancellato, quali difficoltà abbiano evidenziato per le attività commerciali. E il traffico? Il traffico non è stato contabilizzato dal disegnatore delle piste su strada. Ma l’ironia surreale arriva nelle considerazioni finali “Con la ripresa delle scuole e delle attività lavorative, ai cittadini sarà possibile scegliere di non usare l’automobile ma la bicicletta o il monopattino, oppure unire alla metropolitana la bici o il monopattino in sharing – sottolinea palazzo Marino -. Molti di questi interventi sono importanti per la sicurezza stradale perché sono stati realizzati su strade dove accadevano molti incidenti con feriti, come le vie Legioni Romane, Berna e Zurigo percorse ad alta velocità e con manovre azzardate. O viale Monza, dove negli ultimi nove anni si è registrato un incidente ogni 3 giorni, con 150 feriti all’anno dei quali il 69% pedoni, ciclisti, motociclisti, a causa dell’alta velocità e del disordine della sosta irregolare” Ma il Comune ci fa o ci è?

1 thought on “Piano piste ciclabili entro ottobre per la rinascita di Milano. Ma il Comune ci fa o ci è?

  1. Vogliono obbligare i cittadini al non utilizzo della propria automobile, punto. Mi chiedo se sia costituzionale impedire di fatto la libertà di percorrere la città a seconda delle proprie esigenze. Io, per esempio, utilizzo molto poco l’auto e solo in città perchè, abitando nella tristerrima periferia milanese, se voglio utilizzare i servizi del terziario di livello avanzato devo spostarmi e voglio farlo con il mio mezzo privato almeno il sabato e la domenica. E senza pagare la tasse del sale sul parcheggio. Sarà un mio diritto? Se no che mettano la Rinascente in Bande Nere, Rocca in via Inganni e Panarello in via Zurigo. Altro che piazze tattiche dipinte per terra…
    Vadano a vedere cosa succede nei giardini di Bande Nere di giorno e di notte. Perchè puoi imbellettare quanto vuoi ma gli indigeni del luogo sempre quelli restano. Capitto mi hai?
    Bande Nere-Bisceglie è un tratto pericoloso, dice? E allora? basta saperlo. Ah, ma vogliono azzerare i morti per traffico. Suggerisco di iniziare dai morti sul lavoro, i morti in guerra, i morti per droga, i morti di vecchiaia, ecc.
    Rallentare il flusso viabilistico causerà un immane danno, come un cantiere autostradale sull’A1 che riduca le corsie da tre a una. Dove passerrano ambulanze, bus ed Amsa quando un’auto bloccherà tutto il traffico per entrare od uscire dal posteggio?
    Sala strozza il traffico in entrata ma vuole far tornare tutti a lavorare in ufficio perchè se no il terziario, quello di cui sopra, muore. E come si dovrebbe spostare la gente proveniente dalla periferia della galassia metropolitana o dalle colonne di Tannhäuser? Tutti in bicicletta o con i treni pieni di covid?
    Purtroppo non vedo una volontà politica decisa e coesa che unisca l’opinione pubblica contraria a questa demenziale politica giustificante solo l’esistenza di residui post sessantottini. Tranne il benemerito Fabrizio e questo sito.
    Quanto hanno già speso e qual’è il budget per le prossime idiozie urbanistiche? Milioni di euro delle nostre tasse in un anno in cui il bilanco del comune sarà in perdita… Ma si sa, l’occasione fa l’uomo ladro.

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