I Commercianti sono in sofferenza lungo tutte le tratte M4. Nascosti dalle cesate, isolati dai trasporti, alcuni sommersi di polvere. Parlano di un calo di vendite fra il 30 e il 50%. Era prevedibile. Nel 2016 qualcuno ha approfittato e si è spostato in locali proposti dal Comune. Lavorano? Non è dato sapere. Molti hanno chiuso. Uno studio della Camera di Commercio calcola 634 imprese cessate dal 2016 al 2018. Diversi a fatica resistono. Ma ogni giorno di ritardo nei lavori per la realizzazione della Metropolitana è un dramma. E in tratta Ovest siamo ad almeno 15 mesi di ritardo, In tratta centrale bisogna recuperare il ritardo avuto in Tricolore. Così, se tutto va bene, i lavori finiranno nel 2023. Molto pesante, sono sette anni di perdita di fatturato. Il Comune ha predisposto dei bandi, basati in maggioranza sugli investimenti, ma come si fa a investire, se si è al lumicino? L’ultimo addirittura non prevedeva le spese in conto capitale, per intenderci se uno invece dell’affitto deve pagare il mutuo, non può presentare quella spesa. Così non ha indennizzo e se non paga, la banca si porta via i locali e quindi va a Patrasso l’attività! Il commerciante proprietario sta pure peggio, tanto i locali aumenteranno di valore gli hanno detto! Intanto, che fa? Chiede un prestito alla Banca? C’è logica? Il proprietario commerciante ha investito i risparmi di famiglia in quei locali, ma lì dentro lavora e se non lavora come vive?
Secondo me bisognerebbe muoversi su un principio di equità, basato sul lucro cessante, ci sono le testimonianze degli scontrini. Si calcola e si indennizzano tutti i commercianti, che abbiano investito o no, indipendentemente dalla tipologia della spesa presentabile. Sufficiente? No. Ci sono ancora quattro anni. Quindi? Intanto si rimedi alla segnaletica mancante, quella che indica con le frecce dove sono quel ristorante, quella farmacia, la Agenzia Viaggi, si pulisca, si tenga in ordine. Dall’altra parte, con un po’ di coraggio e con l’aiuto di Confcommercio, perché non fare del Marketing? Il black friday, quella giornata a tutto sconto, funziona ovunque in città, le persone ormai sono abituate e si organizzano per aspettare quel giorno per lo shopping. Sulle tratte si potrebbe sperimentare una black week già in maggio.. Ne ho parlato con qualche commerciante, l’idea piace, ma chi paga la differenza, mi chiedono? Così non funziona. Se il Comune sviluppa un buon piano di comunicazione, che certo ha molti costi che si accolla, il pubblico viene richiamato, il commerciante vende molto e anche se l’utile è di meno, ricrea il giro e poi avanti per una black week al mese, poi due poi tutto l’anno. E se funziona, si può far partire l’idea dell’outlet di quindici chilometri. Bisogna provare.
Orietta Colacicco
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Ho notato che nel quartiere della Stazione Centrale, nonostante gli innegabili problemi di sicurezza, diversi negozi di abbigliamento non solo resistono, ma si rinnovano, o cambiano sede. Ad esempio in via Vitruvio c’é una certa varietá, fatta anche di negozietti di “cincaglie” ma dove attivitá storiche sopravvivono alla crisi esponendo bellissime vetrine. Sará forse perché questo é ancora un quartiere dove le ultime due amministrazioni si sono (fortunatamente) dimenticate di mettere le mani con lavori stradali atti ad impedire transito e parcheggio?