Occupazione e merito, la ricetta di Visiotalent

Attualità

Louis Coulon è uno di quelli che ci hanno creduto, non hanno mollato e ce l’hanno fatta. Tre anni fa ha messo su la propria start up ed ha iniziato la propria impresa: dare un lavoro a chi se lo merita, ma viene penalizzato dalle selezioni. Oggi più di 300 aziende li hanno scelti, per selezionare il proprio personale. E signore aziende. Tipo Cartier, Adidas, Saint-Gobain e KPMG per capirci. Oggi si parla di 35000 candidature sulla loro piattaforma al mese. E l’argomento è quanto meno d’attualità anche da noi, visto il concorso per 25 infermieri, assaltato da 2300 aspiranti. Assalto finito male, visto che il concorso è poi saltato.

Iniziamo da qui, come si inserisce il vostro prodotto in questi processi elefantiaci di assunzioni?

Beh, noi possiamo sostituire carta e penna con la tecnologia. Gli stadi con i computer. I mesi di selezione con video interviste. Insomma possiamo sostituire l’oggi con il domani.

Qui si inserisce Andrea Pedrini, responsabile italiano di Visiotalent.

“Partiamo dall’inizio: Visiotalent è un prodotto che interviene a metà del processo di selezione. E funziona soprattutto nel privato. In sostanza, oggi, il candidato manda il curriculum, il selezionatore lo legge, lo sceglie e poi… Poi iniziano i problemi. Va trovata una data per il colloquio. Una cosa lunga, macchinosa, che toglie tempo. Defatigante. Che limita di molto il numero di candidati che dalla carta passeranno all’incontro dal vivo”

E voi cosa fate per rendere più semplice il passaggio?

“Una video intervista. Cinque minuti, domande secche. Ma comunque una possibilità in più per il candidato per mostrare la cosa più importante: chi è lui, davvero. Tutto quello che la carta uccide, impedendo di emergere. E che pochissimi hanno la possibilità di mostrare al selezionatore, per mancanza di tempo, tempo che qui si recupera: tramite i video, il selezionatore si fa un’idea più precisa. Se prima erano pochi a potersi mettere in mostra, con noi sono molti di più rendendo il processo meno arbitrario e più oggettivo. Finalmente si esce dal circuito delle raccomandazioni e si entra nel mondo moderno!”

Qui mi sorge un dubbio e mi rivolgo di nuovo a Louis.

Siete nati in Francia e dopo una naturale espansione nel Benelux, ora aprite in Italia ed in Spagna. Perché questa predilezione per il mondo latino? Il vostro prodotto non è più anglosassone?

“Timing. Il Timing nel mercato è tutto. Ed i paesi come Italia e Spagna sono pronti al grande salto. Inoltre noi non andiamo a sradicare le radici. Noi portiamo le novità nei sistemi consolidati, senza prevaricare. Ma adattandoci naturalmente”.

A proposito, chiedo ad Andrea, ma con il deficit di meritocrazia cronico nel nostro paese come la mettete?

“C’è una nuova generazione che si sta affacciando sul mercato, da selezionatori. Noi siamo al loro fianco. Forse non cambieremo il mondo, ma daremo loro gli strumenti per farlo. E poi, l’innovazione è un virus contagioso. Chi avrà visto questo sistema lo porterà con sé, di azienda in azienda. Il bene ed il nuovo si espandono. Non si possono contenere le buone idee”

Facciamo un esempio pratico? In questo Paese uno dei settori con più problemi occupazionali è quello dei call center. Voi potreste aiutare le assunzioni anche là?

“Certo. Nel settore Contact Center si nota un invecchiamento medio della popolazione lavoratrice, anche per problemi di recruiting: si sceglie chi è sopravvissuto perché puntare sui giovani è un processo lungo e rischioso. Noi possiamo ridurre tempi e rischi. Quindi sì, persino là possiamo portare il domani, oggi”.

Li saluto e ringrazio. Mi alzo. E mi sento più fiducioso. C’è ancora qualcuno che scommette su questo Paese. E non è cosa da poco, visti i tempi che corrono…

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