No, i bianchi d’America non si estingueranno in silenzio

Esteri

Milano 11 Novembre – Un articolo di Repubblica, ieri, mi ha fatto improvvisamente capire cosa non abbia funzionato nella campagna Democratica. E, più in generale, nell’idea stessa che la sinistra occidentale ha del mondo. L’articolo parlava delle minoranze che si scagliavano contro Trump. Lui non è il nostro presidente, dicevano. Scontri in piazza, studenti arrestati, le premesse di una guerriglia generazionale. Tutto già visto e sentito. Sapete che c’è di nuovo, invece? Sapete la novità rispetto agli ultimi otto anni? Il simbolo è cambiato adattandosi ai tempi. Obama, quando fu eletto doveva essere un simbolo di speranza. Non per i neri. Non per le minoranze. Per tutti. Anche per una grande fetta dei bianchi. Persino loro, con la grande e storica colpa di essere la maggioranza degli Americani, dovevano riprendersi il futuro. Dopo otto anni, Obama ha incarnato la divisione dell’elettorato. Nei canali di informazione Italiana se ne è parlato, comprensibilmente, meno, ma vi assicuro che negli Usa per i Democratici nelle ultime due settimane sono esistiti solo neri ed Ispanici. Meglio se donne. Ancora meglio se disoccupati. E meglio di tutto se illegalmente negli Stati Uniti. Tanto i bianchi erano dei bifolchi ignoranti. Oppure erano già democratici. Quindi, perché preoccuparsene? I discorsi più agghiaccianti erano quelli demografici. I bianchi si sarebbero estinti. A breve. Il voto a Trump era bianco, vecchio e rancoroso. Del tutto inutile. Patetico. Senza più nulla da dare. Il futuro era meticcio, democratico e giovane. Questo è passato da mera analisi politica a presa di posizione ideologica. L’attivista Dem poteva dichiararlo. A lavoro, se ne poteva vantare. L’elettore di Trump rischiava il licenziamento. All’università le minoranze potevano ottenere solidarietà se qualcuno manifestava a favore di Trump. Questo ha portato, giorno dopo giorno, ad una progressiva rabbia che si accumulava sotto la crosta. I sondaggi non la registravano per due motivi: in primis non sapevano chi intervistare. Hanno votato 120 milioni di Americani, ma molti di loro non lo fanno spesso. Questo sballava tutti i conti. E poi nessuno amava dire che votava Trump. Il governo ti ascolta, meglio parlare di altro. E se ti chiedono cosa ne pensi di Obama. Ah, il meglio possibile. 54% di gradimento, roba da Reagan. E falsa come Giuda.

Ma poi si è arrivati alle urne. La corsa è finita e si è scoperta una cosa inquietante. No, i bianchi non hanno ancora accettato l’idea che il futuro non sia loro. Non si raggomitoleranno in silenzio in un angolo a lasciarsi morire. Proprio per niente. Sono pronti a lottare. E no, le minoranze non hanno in mano il paese. Che urlino, si contorcano e sputino il loro odio sui bianchi. Non cambierà nulla. Inoltre, secondo un sondaggio riportato dalla BBC, un terzo dei Latini ha votato Trump, più di quanti non abbiano votato Romney. I bianchi non saranno soli, nei prossimi decenni, nella battaglia etnica contro l’idea che chiunque può entrare. Ed, ironicamente, ad aiutarli saranno proprio gli ultimi arrivati.

Luca Rampazzo

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