Milano 12 Gennaio – Ieri mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Milano, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha posto Rocco CRISTODARO sotto sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di 3 anni e 6 mesi e la confisca di 124 immobili, 2 autovetture e 38 rapporti finanziari riconducibili a lui ed al fratello Domenico.
Il provvedimento di confisca dell’imponente patrimonio riconducibile ai fratelli CRISTODARO, stimato in 5 milioni di euro circa, esita degli accertamenti patrimoniali che i Carabinieri hanno svolto per oltre un anno, individuando la fitta rete di prestanome e società usate dai fratelli CRISTODARO per schermare un patrimonio immobiliare realizzato mediante ripetute condotte illegali, in particolare evasione fiscale, emissione di fatture per operazioni inesistenti e favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
Il procedimento di prevenzione nei confronti dei CRISTODARO arriva dopo articolate attività investigative riguardanti la criminalità organizzata, coordinate dalla D.D.A. e condotte negli ultimi anni dal Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri e dalla Polizia di Stato. I fratelli Rocco e Domenico Cristodaro, 47 e 43 anni, di origine calabrese,sono ritenuti dagli investigatori i ‘contabili’ della famiglia Mangano.
Rocco e Domenico CRISTODARO risultavano indagati a piede libero per associazione per delinquere di tipo mafioso e false fatturazioni, avendo rivestito il ruolo di commercialisti di fiducia di Giuseppe PORTO e principali ideatori del sistema di cooperative che venivano create ad hoc e poste in liquidazione dopo pochi anni per sfuggire ai controlli fiscali.
Proprio la D.D.A. milanese decideva poi di avviare nei confronti dei CRISTODARO il procedimento di prevenzione, per aggredire l’ingente patrimonio accumulato, profitto delle condotte illegali poste in essere negli anni dai due fratelli e mai colpito nel corso delle pregresse indagini avviate nei loro confronti. La prima fase degli accertamenti si era conclusa, il 15 luglio 2014 con il sequestro, ampiamente confermato dalla successiva confisca, di 124 immobili, 3 società, 2 autovetture e 81 conti correnti.
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