L’accoltellamento del giovane Niccolò Bettarini ha scosso molte coscienze. Fortunatamente il ragazzo aggredito mentre cercava generosamente di difendere un amico è fuori pericolo. Rimane però la rabbia per le assurde coltellate vibrate con furia per futili motivi, nei pressi del Palazzo della Triennale.
Chi si meraviglia o chi pensa che il problema sia il sottobosco delle discoteche è fuori strada. Le serate di Milano nei fine settimana sono veramente piene di rischi. Troppi ragazzi strafatti, troppo alcol, nessun controllo producono risse, bravate, atti di vandalismo che possono degenerare e mettere a repentaglio anche la vita di chi nulla c’entra.
I fiumi di droga e di alcol che scorrono oggi sono molto superiori a quelli di 20/30 anni fa. Le ragioni sono un’offerta a basso costo, una distribuzione moltiplicata da migliaia di pusher e venditori clandestini reclutati tra le file dell’immigrazione selvaggia, ragazzi sempre meno controllati e disciplinati dalle famiglie e dalla scuola. Lo sballo eletto a modello porta con sé, oltre a danni psicofisici a intere generazione, anche esplosioni di violenza e di bullismo. L’emergenza educativa è un problema di cui si parla poco nei talk show e in rete, ma che avrà costi pesantissimi per l’Italia.
E’ un circolo vizioso. La Politica non giudica grave il fenomeno, il Comune ha perso controllo di vie e luoghi della movida, le Forze dell’ordine non contrastano la diffusione degli stupefacenti: forse non hanno l’imput, forse non hanno strumenti giuridici o più banalmente uomini e mezzi.
Così in un luogo, dove da anni spadroneggiano parcheggiatori abusivi legati alla malavita senza che il Comune se ne preoccupi, si è consumata una efferata violenza. Si badi, la violenza è accaduta fuori, non dentro il locale Old Fashion dove telecamere e security garantiscono un po’ di ordine. Ma il solito vizio italiano di prendere provvedimenti sull’onda di fatti di clamore ha portato la Questura a chiudere ora il locale per 30 giorni. Forse sarebbe stato meglio fare più controlli e presidio prima.

Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Condivido tutto Fabrizio… i controlli sono precisi e attenti. Chi entra passa attraverso lo scanner. Condivido l’esagerazione nel chiudere un mese il locale che non può controllare ciò che viene a 400 mt di distanza. Peccano invece i servizi di sicurezza nelle strade … presenti di giorno e carenti di notte.
Ti ringrazio per l’attenzione che sempre dimostri verso la nostra Milano