Il neopatto generazionale di Bayram

Attualità RomaPost

2007, tra crisi finanziaria mondiale e governi Prodi, nascono Pd e 5stelle. All’Ara Pacis i vip promettono dimissioni a 60 anni nel nome del patto generazionale. L’idea è del 40nne Josi, fantasma della scomparsa prima repubblica craxiana. La suggestione è la rottamazione delle armi nella strisciante guerra (civile) italiana dei 30 anni, tra destra e sinistra, tra un 68nne Professore ed un 71nne Cavaliere, raccontata da un altro fantasma craxiano, il giornalista Facci, classe ’67. Quando i giovani comandavano, nei ’70, dicevano altro (Sopra i trent’anni non si capisce niente)

18 anni dopo, 2025, impera la postberlusconiana Meloni e torna quell’appello al posto d’onore nella sarabanda Bayram, organizzata dal poliedrico Sebastiano Caputo classe ‘92, per il prossimo 4 ottobre nell’astronave Maxxi. Torna Josi che all’epoca lamentava la sua generazione, vittima dei dinosauri postcomunisti di Mani Pulite, sopravvissuti alla rivoluzione dell’89, alleati a neostraccioni ed ai draghi ipertecnocrati. Torna alla fine di una carriera in Leonardo e Tim, a fianco di Cattaneo e Gubitosi, vincitore del Webby Awards di New York per il virtuale immaginario del Mausoleo di Augusto.

A Bayram la generazione cosmica della cosmopolitica e della politica quantistica di Caputo si intesta la rivendicazione temporale dei 60 anni, senza badare alla straripante gerontocrazia. La contestazione degli ultimi giapponesi al colpo di stato del ’92 non interessa più; politicamente è una battaglia già vinta. Bayram (in turco festa, al secolo strapazzo di Bailamme) convoca 80 relatori in una maratona di 22 ore per immaginare l’ucronia fantascientifica e gozzanesca di una politica (e storia) che non c’è e che potrebbe esserci. Il sogno, come da dikiana Svastica sul sole, è che Roma, l’Europa, la Chiesa, non abbiano il destino che si dipana loro davanti. Si fantastica e si pretende che al mondo le cose potrebbero andare diversamente.

Alla conferenza stampa di presentazione in Campidoglio domina il 59nne gesuita Spadaro, arrivato da quel Dicastero per la Cultura della Santa Sede, voluto da Papa Francesco, per il quale Caputo segue il format capitolare Profeti moderni. Il religioso ha inventato nel 2012 la cyberteologia per il cristianesimo nell’era della rete, dove come si fa codice come contemplazione, il Verbo e la Bibbia sono binbari, Cristo è un hacker, fede e comunicazione sono un tutt’uno. Lo spazio invece che muskiano si fa l’Alto dei cieli.

Caputo è instancabile inventore di loghi editoriali, slogan, ragioni sociali tra Fondazione SOS Cristiani d’Oriente, Proudhon, Intellettuale dissidente, Bestiario, Contrasti, editore Gog, Gruppo Editoriale Magog, cellula mediatica Dissipatio, Pangea, Ilblast di Milano, Preferisco di no, Il Nemico, Geminga, festival Libropolis di Pietrasanta, agenzia Tra le Linee. Era partito da origini rossobrune con Massimo Fini, poi è stato punta di diamante della difesa vaticana del siriano Assad, reporter di guerra in Donbass, Medioriente e Nordafrica per Il Giornale e Domino. Ora Caputo tenta la scalata al cielo costruens dopo la fallita guerra destruens all’industria editoriale, alla distribuzione libraria, alle scuole di scrittura, all’editoria kitch alla Cattelan, contestato drammaticamente al Salone del libro di Torino del 2024.

Seguendo Josi, il profeta Sebastiano si converte con Bayram alle relazioni amicali, sempre vincenti in Italia, come all’assenza di polemiche. Infatti il gran assente è il paragemello di Josi, l’animatore del 2007, Facci, che divulgò da Macchia Nera l’appello ed il sito, prematuramente scomparso, del patto generazionale. Il soldato Facci è caduto mentre vive il generale Josi, eclissatosi dalle guerre combattute dal suo milite. Sostenitore della Meloni ad Atreju e nella difesa dalle accuse rettiliane, Filippo è caduto sul finale, sulla striscia quotidiana Rai 2 I facci vostri cancellata nel 2023 dal diktat di La Russa, ancora prima di partire. Forse l’autore del biopic clandestino anti santo Di Pietro, la penna all’arrabbiata di Libero anti Murgia, che nel 2005 fece dimettere Muti dalla Scala, e con una indovinata biografia agevolò il primo film fortunato su Craxi (Hammamet del ’20), cadde sull’obbrobrio del karaoke di Josi con Travaglio.

Non si bada all’ovvio; Italia ed Occidente non sono fatti per i giovani. Longevità e femminilizzazione nella transizione demografica impongono sicurezza, pensioni e sanità. Il debito pubblico brucia la spesa in istruzione, formazione, innovazione, stipendi e natalità. L’elettorato attivo è anziano ed i media santificano la vision di donne vecchie. I giovani marginalizzati, demotivati, astensionisti espatriano. Resta la difesa del fortino. Allora via alla fantasia tra alchemoduli e profezie spaziali dell’astrorigma, astroteologia, cyberteologia e stregoneria algoritmica della codemanzia, cronotopo di Bachtin e cosmodromo, bayramverso, iperluogo e infosfera, iperborei, neuromanti e iposoggetti, la profezia autoavverante dell’iperstizione, la mareorama e la noosfera di Vernadskij, la psicostoreografia e la malinconica retropia per chiudere instocasticismo, tecnomisticismo e tecnonichilismo. Senza pane, restano brioches.

Giochi di società e promesse generazionali sono affidati alla 82nne Alberti, personaggio tv, all’ex falegname Bormolini, ’67,teologo di morte a Padova,al finanziere Brera, ’69, della Kairos, marito della ex modella tv Balivo, alla giovanissima telegiornalista Rai italo-brasiliana Bonaudi, tra Di Bella e Diaco, attaccata da Dagospia e difesa da Unirai. I giovani del futuro non sono però solo i figli di Mentana(l’Alice ’93, Ceo Open che intervistò il geopolitico Fabbri a Libropolis) e di Rutelli\Palombelli(Giorgio ’82vicedirettore Dagospia e direttore Formiche). Ci sono tra gli altri l’ex capo di gabinetto di Draghi e Gentiloni, Funiciello, ’76; il direttore del Secolo d’Italia, Rapisarda, venuto dalla gavetta di Barbadillo; il prof destro Castellani; il giovane Tommasi gestore creator la creativa Esposito di Will; Gallone, ’99, dei media vaticani; la 30nne Torta Utopia; la 35nne filosofa Ercoli; le astrofisiche Vaudo, 62nne, Ballero ’79 e Pezzulli, ’88;la Zizola,’93, di X; la 33nneLavecchiadi Tik Tok; la 29nne Leganza di Leonardo. Non manca lo strapuntino per Di Corinto, ’67, (Cybersicurezza Nazionale) stella mancata dell’informatica dell’estrema sinistra.

Hanno completamente sforato l’appello 2007 la giornalista Latella, ’57, dopo aver chiuso Annabella e A; l’europarlamentare Gori, ’60; Pugnalin, ’62, andato in Autostrade invece che a palazzo Chigi; l’ex socialista Castelletti, ’62, sindaco di Brescia; il senatore Scalfarotto, ’65. Lo hanno rispettato di buongrado i supermanager Profumo, ’57 e Recchi, ’64; solo a forza, i cacciati 71nni Follini e Lerner, le Bianchi, ’66e Moroni, ’74, sparite con Alfano e Fini. Fanno ancora in tempo gli ex coniugi Bocchino, ’67, ospite destro fisso a La7; la Buontempo, ’66, capo del Centro Sperimentale Cinematografia; Macioce, ‘67, de Il Giornale.; Capezzone, ’72, dal Parlamento al giornalismo; Da Empoli, ’73, autore del Il mago del Cremlino; Renzi, ’75, cosa lo si dice a fare.

I patti sono cosa per dire. Bayram è ben solida nelle 2300 prenotazioni, nelle sue tre sale offerte dal direttore Maxxi Stocchi, curatore d’arte de Il Foglio e negli sponsor (Enel, banca Ifis, Iliad, Intesa Sanpaolo, Smart e Poste, MinCultura, Regione Lazio, Comune di Roma, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Agenzia Spaziale Europea, Rai). Sulle quali si possono costruire nuove fantasie immaginifiche, amicali, magari nuovi premi letterari nell’impossibilità di distruggere i vecchi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.