“Oggi a me, domani a te”
“Al consigliere Marcora, che ha ritenuto di avere un momento di fama postando una mia foto in versione da galeotto, voglio dire che ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito, al presidente del Consiglio e al presidente del Senato.
Quello che mi hanno risposto lo tengo per me. Ora starò a vedere. Se la forza politica a cui lei ha aderito le farà fare carriera, vorrà dire che condivide e appoggia il suo comportamento. Se ciò non avverrà, il partito che governa la nostra nazione ha un minimo rispetto istituzionale e ci tiene”.
Questi i due passaggi che meglio spiegano l’intervento di ieri di Sala in aula. Politicamente, il nulla. Istituzionalmente, un piccolo Sindaco rancoroso. Umanamente, un Re Lear che gira senza pace e senza scopo attorno ai fallimenti (negati) e ai successi (ridicolmente enfatizzati). Mentre gli amici lo abbandonano ed è costretto ad affidarsi a chi intende platealmente sfruttarlo.
Non c’è davvero nulla dentro questo discorso di politicamente rilevante. Lo Stadio viene rinviato a settembre, ma non è in discussione. Non c’è traccia di quella discontinuità che il PD ha preteso nelle scorse ore. C’è solo una sfilza di operazioni compiute e silenzi infiniti su tutti i dossier, dalle case popolari dove gli anziani muoiono di legionella alla sicurezza inesistente in città, che non gli va di ricordare.
Nonostante la claque a servizio continuo, resteranno impresse molto più le lacrime, condite da velenose accuse alla maggioranza, di Tancredi, che l’urlo “Io ho le mani pulite” del Sindaco. Urlo che costituisce, peraltro, seriamente istigazione all’arresto nei confronti della Procura. Sala, infatti, sta spostando sempre più avanti la linea della decenza. Prima era “se ci sono illeciti amministrativi, amen. Qui non ci sono corrotti”. Sono spuntati i corrotti e subito la linea è diventata “non ci sono membri della Giunta coinvolti, avanti tutta”. Hanno chiesto l’arresto di Tancredi, prontamente scaricato, e ora la ridotta in Valtellina è diventata “Io ho le mani pulite”.
Cosa di cui è così convinto, il primo cittadino, da lanciare una delle più involontariamente comiche intemerate della storia: “Oggi a me, domani a te”.
DOMANI? Al centrodestra succede sempre. Il fatto che, una volta, non sia successo a noi cosa dovrebbe sollecitare? La sinistra la vicenda Toti l’ha cavalcata, come anche quella Santanchè, come anche quella Tatarella (citata male dalla Uguccioni). Adesso vogliono dare lezioni? Ma per favore.
Eppure, se la sinistra non avesse una doppia morale non ne avrebbe alcuna. Si può spiegare solo così l’attacco scomposto e vile, perché in nessun altro modo lo si può definire, a Marcora. Per una vignetta satirica, niente meno. Su Sala è vietato scherzare. Su Berlusconi era legittimo, naturalmente. Sulla destra non ne parliamo. Su di lui no.
Davvero, vorrei parlarvi delle linee politiche dei prossimi due anni di Sala. Ma non ce ne sono. Sembra che sia il Sindaco a non credere che ci sarà, questo biennio. Oggi c’è stata una resa dei conti. Interna, prima che esterna, contro nemici, ex amici e compagni di strada assortiti. Come si possa credere che Milano verrà governata in questo modo è un mistero.
Nel caso non fosse evidente, io dell’inchiesta non ho parlato. Non ce n’è bisogno. Qui il problema è esclusivamente politico e umano. Un uomo, un tempo grande e propositivo, ridotto a meschine ripicche per assenza di forze residue si è lamentato mezz’ora per il fatto che la magistratura lo abbia trattato come un tizio qualsiasi. Mettendosi a fare il delatore per vendicarsi di un suo ex consigliere comunale. Miserie umane e politiche che si commentano da sole.
Adesso la palla passa ai due bersagli principali, espliciti e impliciti. Procura e PD. Chi dei due risponderà per primo e più duramente a questo discorso?

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.
La prossima andrà sicuramente meglio. Per noi.