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Shopping tourism in Italia, il successo del lifestyle italiano

Attualità EXPLORER - Cultura Turistica a 360°

L’Italia si conferma come una destinazione prediletta dai turisti stranieri che desiderano fare shopping, attirando oltre 2,1 milioni di visitatori dall’estero nel 2023, con un incremento del 7% rispetto al 2019.

Secondo il XXVI rapporto sul turismo italiano del CNR – in collaborazione con SISTUR Società Italiana di Scienze del Turismo, il fenomeno dello shopping turistico in Europa e Italia evidenzia come i luoghi di acquisto differiscano da centri città e vie dello shopping a outlet, department store e centri commerciali. Gli outlet, in particolare, emergono come tra i favoriti dai turisti, con l’Europa che al 2022 conta oltre 200 outlet in 28 Paesi e una superficie commerciale di oltre 4,1 milioni di mq.

La domanda internazionale di shopping turistico in Italia mostra un ampio interesse, con differenze tra turisti italiani e stranieri riguardo le destinazioni e le attività di shopping preferite. Le abitudini di spesa e preferenze dei turisti evidenziano una spesa media giornaliera per lo shopping tra 100 e 110 euro soprattutto nelle vie dello shopping delle grandi città, da Via Montenapoleone a Milano – che si è aggiudicata per la prima volta nel 2022 il titolo di prima via del lusso in Europa (e terza mondiale) – a Via dei Condotti a Roma e via Calzaiuoli a Firenze. Su quest’ultime secondo lo studio High Street Retail realizzato da World Capital Real Estate Group per Federazione Moda Italia, il mercato immobiliare del retail italiano segue le tendenze dei competitor mondiali con canoni di locazione in forte aumento. La prima via dell’high street è via Montenapoleone, con un canone massimo che supera i 10.000 €/mq/anno, seguita da via dei Condotti (9.500 €/mq/anno) e campo San Bartolomeo a Venezia (7.600 €/mq/anno).turisti cinesi

Milano e l’intera Lombardia rappresentano una delle destinazioni più beneficiate dai flussi dello shopping tourism: Federalberghi Lombardia ha confermato che nel 2023 la regione ha registrato 19 milioni di arrivi turistici, per un totale di oltre 51 milioni di presenze, superando del 20% i record del 2019. Lo shopping ha giocato un ruolo cruciale in questo successo, il settore dei beni di lusso, in particolare orologi e gioielli, ha registrato le performance più elevate, con aumenti significativi in termini di volumi di vendita (+232%), numero di transazioni (+136%) e valore medio degli scontrini (+41%). Questi dati non solo evidenziano la vitalità del mercato del tax free shopping in Italia, ma sottolineano anche come la riduzione della soglia minima di spesa possa servire da catalizzatore per ulteriori incrementi nel settore, contribuendo significativamente alla ripresa e al rafforzamento dell’economia turistica nazionale.

L’introduzione della misura sul tax free shopping nella Legge di Bilancio rappresenta un passo significativo nel rilancio del turismo nazionale su scala globale. La decisione di abbassare la soglia minima di spesa per accedere al tax free shopping da 154,95 euro a 70 euro è una mossa strategica che mira a stimolare la ripresa economica e a incrementare la competitività dell’Italia rispetto ad altri paesi europei, in particolare tra i turisti cinesi in Italia, che hanno mostrato un marcato incremento delle spese in occasione di eventi di rilievo come la Milano Fashion Week e la Golden Week. Secondo un’analisi di Global Blue, il volume di spesa e il numero di transazioni tax free da parte dei cinesi sono cresciuti rispettivamente del 143% e del 133% nelle tre settimane tra i due eventi, rispetto all’anno precedente.

Già nel 2019, la Cina si era affermata come il più grande mercato turistico mondiale, con 170 milioni di viaggi outbound. Le previsioni per il 2024 indicano una ripresa completa del turismo cinese, superando i livelli pre-pandemici. L’analisi di Retex China, specializzata nel supporto all’internazionalizzazione digitale dei brand occidentali sul mercato cinese, ha rivelato che i cinque Paesi europei più popolari tra i turisti cinesi nel quarto trimestre del 2023 sono stati Francia, Italia, Regno Unito, Spagna e Svizzera.

I turisti cinesi spendono di più ora rispetto al passato, con variazioni di spesa tra le diverse generazioni e preferiscono fare acquisti a Milano, che registra il 44% della spesa ‘tax free’ cinese e ha il tasso di recupero più alto (57%). Anche le abitudini di viaggio e le aspettative di shopping dei cinesi sono dettagliate, evidenziando una ricerca di esperienze autentiche e una sensibilità culturale da parte dei commercianti.

Mario Boselli, presidente ICCF
Mario Boselli, presidente ICCF

Nel contesto globale odierno, caratterizzato da rapidi cambiamenti e da una crescente interdipendenza economica, i rapporti commerciali tra Italia e Cina assumono un ruolo sempre più centrale e strategico, ampiamente esposto nella XIV edizione del volume elaborato dal Centro Studi ICCF (Italy China Council Foundation) – ente senza scopo di lucro dedicato allo sviluppo delle relazioni tra Italia e Cina- rappresenta un punto di svolta significativo.

Mario Boselli, presidente neoeletto della ICCF,ha sottolineato l’importanza crescente della Cina nel panorama economico mondiale, prevedendo che possa diventare la prima economia globale entro un decennio, a condizione che si mantenga uno scenario di sviluppo lineare, escludendo gli eventi straordinari degli ultimi anni:- “Nel periodo successivo alla pandemia di COVID-19, il settore del turismo a livello globale ha dovuto affrontare sfide senza precedenti, con ripercussioni significative anche sull’attrattiva degli acquisti internazionali. Tra i paesi maggiormente interessati da questi cambiamenti, la Cina si distingue come un mercato chiave per il turismo e lo shopping internazionale. La propensione dei turisti cinesi a viaggiare all’estero per acquisti, soprattutto in destinazioni rinomate per il lusso e l’alta moda, ha subìto un rallentamento a causa delle difficoltà legate alla pandemia, inclusa la complessità nell’ottenimento dei visti e nelle restrizioni di viaggio. L’Italia, tradizionalmente considerata una destinazione di primo piano per i turisti cinesi interessati allo shopping, si trova ora di fronte alla sfida di riconquistare e stimolare questo importante segmento di mercato. La bellezza del paesaggio italiano, il suo inestimabile patrimonio culturale, uniti all’eccellenza nella moda e nel lusso, posizionano l’Italia come meta privilegiata per i consumatori cinesi. Tuttavia, le problematiche relative al rilascio dei visti rappresentano un ostacolo significativo che potrebbe frenare la ripresa e la crescita del turismo di shopping da parte dei cittadini cinesi”.

Data la sua profonda esperienza nel settore della moda, come prevede di utilizzare questa conoscenza per promuovere la cultura e l’economia tra i due paesi?

Il Made in Italy è da sempre sinonimo di qualità, eleganza e innovazione in vari campi, dalla moda al design ma anche in campi come l’agroalimentare. Questo nostro punto di forza lo si può declinare con quelle che da sempre abbrevio in “le tre Effe” – Fashion, Food, Furniture –, tuttora molto ammirate dai cinesi che amano i nostri prodotti e il nostro stile di vita. Ma ci sono molte sfide che le aziende italiane devono intraprendere per avere successo in questo senso: lavorare sulla comunicazione digitale dei loro prodotti, ad esempio, adattarsi alle esigenze e ai gusti del

Fabrizio Antolini, presidente SISTUR
Fabrizio Antolini, presidente SISTUR

consumatore cinese, nonché ai cambiamenti di un mercato complesso e molto dinamico. È necessario puntare su ricerca e innovazione per mantenere il nostro vantaggio competitivo e tenere alta la nostra reputazione in quel Paese. Sicuramente la mia lunga esperienza in questo campo ci permette di conoscere bene il settore e le sue dinamiche e questo vantaggio è rafforzato dal lavoro del nostro Centro Studi, che con i suoi studi e i suoi numeri ci offre analisi oggettive, e da quello dei nostri esperti che si occupano di formazione con l’Academy, a diretto contatto con le aziende del fashion.

“Tutto questo deve essere, però, inquadrato nella relazione sempre più stringente tra spesa e tempo libero – prosegue Fabrizio Antolini, presidente della SISTUR Società Italiana di Scienze del Turismo, ente di riferimento per i dati statistici del settore –  lo scenario sta cambiando: si lavora da casa e gli incrementi di produttività, inevitabilmente connessi alla transizione digitale, rendono inevitabile una diversa ripartizione dell’uso del tempo. Questo favorirà inevitabilmente molte attività che caratterizzano l’industria turistica. Per l’Italia é un vantaggio assoluto perché il made in Italy è uno stile di vita per gli stranieri mentre per noi italiani rappresenta sempre più una migliore qualità della vita. Si faranno sempre più vacanze brevi e questo sarà determinate per far diventare il turismo una delle prime industrie del nostro Paese che poi, occorre ricordarlo, è l’unica a non poter essere replicata”.

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