Sala: sono tutti pompieri con gli incendi degli altri

Milano

Ci sarebbe da ridere, se la situazione non fosse gravissima. Sala accusa Aler di non tutelare la vita dei propri inquilini, in particolare dal rischio di incendi. E tutti i media dietro, senza un minimo di analisi critica. Noi invece, purtroppo, non dimentichiamo. E diamo voce a chi, come Franco Vassallo, ex consigliere del Municipio 7, ricorda perfettamente quante case sono bruciate gestite da MM:

“Sala dice che non lo stupiscono i fatti di via Bolla perché, dice, “bisognava intervenire prima”. Ottimo, si parla quindi di prevenzione. E dov’era la prevenzione in via Creta 1, quando, sulla scia dei gravissimi fatti di via Cogne (un ragazzo di 13 anni morto in un incendio), denunciavo l’impianto antincendio fuori uso? Era il 2018. il motivo, secondo un dirigente da me audito sul tema, era la mancanza di fondi. Per qualche motivo questa motivazione regge quando riguarda il Comune, ma non nel caso di Aler.

Ma ovviamente il caso più eclatante è quello di via Cogne. Che, peraltro, brucia ancora: ultimo caso nel 2021, a settembre. Sala potrebbe replicare che si tratta di incendi in appartamenti. Ma siamo davvero sicuri che quello che succede in via Bolla possa essere distinto tra aree comuni e non? Il problema è sempre quello: più controlli, meno lassismo e l’idea che vivere a Milano non è un diritto. È qualcosa che deve essere aperto a tutti, ma che va guadagnato con il minimo imposto dalla civiltà: il rispetto delle regole e dei propri vicini.

Altrimenti le cicatrici come quella di via Rilke, mai ripresasi del tutto dall’incendio che l’ha colpita, si moltiplicheranno sul territorio. Finché qualcosa non andrà davvero storto. E non ci troveremo a contare i morti. E allora il Sindaco la smetta con la sua campagna sotto traccia per le Regionali e dia una mano: fornendo, ad esempio, alloggi temporanei per poter procedere con gli sfratti di via Bolla. Cosa che rifiuta di fare perché, oltre che pompiere con gli incendi altrui, è anche estremamente generoso finché la beneficenza la devono fare gli altri.”

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