Legge di bilancio: Brunetta, “Ammonterà tra i 35 e i 50 miliardi, non proprio una oculata programmazione delle risorse pubbliche”

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“Per la prossima Legge di Bilancio, i conti per realizzarla sono già stati fatti. Si parla di un ammontare complessivo compreso tra i 35 e i 50 miliardi di euro, a seconda delle misure che Lega e Movimento Cinque Stelle vorranno inserire nel testo. Quanto più il menù sarà sostanzioso, tanto più le risorse necessarie da trovare per le coperture saranno elevate. Su questo versante, è altrettanto noto dove il Governo sarà costretto ad intervenire, per rispettare gli obiettivi di finanza pubblica concordati con la Commissione europea ed evitare così la procedura di infrazione per debito eccessivo. Innanzitutto, Bruxelles ha chiesto che i tagli alle politiche di welfare, ovvero alle misure bandiera del Governo, che sono poi il reddito di cittadinanza e la quota 100, vengano rese permanenti, considerando quindi l’effetto trascinamento anche sugli anni successivi. Gli 1,5 miliardi di taglio del fondo di dotazione inserito nel bilancio di assestamento appena approvato dovrebbero diventare 1,9 miliardi alla fine dell’anno e 4-5 miliardi nel 2020. Neanche il tempo di approvare le misure, che queste dovranno già essere drasticamente ridimensionate. Non proprio quello che si dice una oculata programmazione delle risorse pubbliche. 

Secondariamente, la spending review. È quella, infatti, un’altra delle altre misure richieste da Bruxelles al Governo italiano, ormai sotto commissariamento de facto. Si parla di tagli per 4-5 miliardi di euro, ma il problema è che l’Esecutivo non ha ancora dichiarato quali capitoli intende tagliare, se si escludono, come ha dichiarato il ministro dell’economia Giovanni Tria, sanità e istruzione. Cosa taglieranno Lega e Cinque Stelle? Gli investimenti? I trasferimenti ai comuni? Gli stipendi pubblici? Gli incentivi alle imprese? Qualcuno dovrà per forza essere scontentato.

Così come dovranno essere scontentati milioni di italiani con la terza misura imposta dall’Europa, quella del taglio delle tax expenditures, che poi si traduce in un aumento di tassazione. Anche su questo fronte, il Governo non ha il coraggio di dire cosa intenderà tagliare, perché dietro ogni spesa fiscale, come è noto, c’è un portatore di interessi. Si taglieranno le detrazioni per interessi su mutui prima casa? Le detrazioni per le ristrutturazioni? Le detrazioni per figli a carico, o quelli per lavoro dipendente? Immaginiamoci per un attimo cosa significherà per milioni di famiglie italiane vedersi ridotti i rimborsi fiscali accreditati sul loro conto corrente in prossimità delle vacanze estive, tanto per fare un esempio. Perché questo è quello che accadrà quando i tagli saranno fatti. Siamo curiosi di vedere poi le reazioni da parte dei contribuenti e non solo. Già ci immaginiamo le critiche del mondo bancario, o di quello del settore edilizio, o ancora delle imprese, che quasi sicuramente saranno colpiti dai tagli. 

Senza contare le coperture per finanziare le favole propagandate da Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che spaziano dalla flat tax, alla riforma del fisco con riduzione delle aliquote, al salario minimo e all’aumento dei sussidi alle famiglie. Con queste, il conto della manovra sale a 50 miliardi di euro. Oltre, ovviamente, ai 23 miliardi di euro da trovare per evitare l’aumento dell’Iva e considerando che la UE chiede per il 2020 un aggiustamento strutturale pari allo 0,6% del Pil (circa 10 miliardi di euro). Aspettiamo solo di vedere cosa il Tesoro scriverà nel prossimo Def di fine settembre, dove finalmente sarà smascherata tutta la propaganda giallo-verde e gli italiani vedranno cosa li attende per il prossimo anno”.

Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia.

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