Municipio 7

Franco Vassallo (Noi Moderati): “In Municipio 7 sicurezza in caduta libera. Ecco cosa accade quando si chiudono i presidi”

Milano

«In questi giorni – anzi, in queste notti – nel nostro quartiere stiamo assistendo a una situazione che definire preoccupante è dir poco. Preferisco farlo presente pubblicamente, perché i cittadini meritano risposte, non silenzi.»

Il ritorno dei “cannibali d’auto”: due notti per smontare una BMW pezzo per pezzo

«Parto da un episodio che, purtroppo, è solo l’ultimo di una lunga serie. Negli ultimi due giorni, una BMW parcheggiata nel quartiere è stata letteralmente smontata. Una notte per portare via paraurti, targa e vari componenti. La notte successiva, con la stessa calma, sono tornati a finire il lavoro: cofano, parti del motore e altri pezzi.
Questo significa una sola cosa: chi agisce sa perfettamente che in giro non c’è alcun controllo. Per due notti di fila uno scempio del genere non può avvenire se il territorio è presidiato.»

Furti di scooter, minacce ai residenti, presenze sospette nel parco

«Non si tratta di un caso isolato. La settimana scorsa è stato rubato uno scooter nuovo, poi ritrovato nel Parco delle Cave, il che conferma che la zona è diventata territorio di manovra per chi vuole agire indisturbato.
E ancora: alcuni residenti hanno segnalato episodi di minacce e intimidazioni.
Non basta. Da un paio di mesi, nel parcheggio all’ingresso del parco, staziona un camper in cui vive una ragazza, e secondo numerose testimonianze nelle ore notturne vi sarebbe un via vai continuo di clienti. Anche questo avviene senza che nessuno intervenga, nemmeno per una verifica.»

I residenti: “Qui non controlla nessuno”

«Riporto ciò che alcuni cittadini del supercondominio di fronte al nostro hanno scritto in questi giorni:»

“Dopo il furto dei pezzi dell’auto, sono tornati anche la notte successiva. Qui fuori non c’è alcuna vigilanza.”

“Pochi giorni fa hanno rubato uno scooter. Tempo fa hanno minacciato una condomina. Ci chiedono di sollecitare controlli, ma le telecamere – sempre ammesso che funzionino – non bastano se nessuno le guarda.”

«Sono parole semplici, dirette, che raccontano meglio di qualsiasi analisi il livello di insicurezza percepita e reale.»

Perché succede tutto questo? Perché è stato chiuso il presidio di “Strade Sicure”

«La causa principale è nota. Qui vicino, all’altezza dell’Istituto Marie Curie e in via Fratelli Zoia, avevamo un presidio delle forze dell’ordine all’interno del progetto Milano Strade Sicure.
Quel presidio è stato chiuso, e tutto è stato accentrato in via Drago.
Lo ripeto: chiuso.
Una decisione assurda, presa anni fa, che abbiamo contestato allora e continuiamo a contestare oggi.

Il risultato?
Un peggioramento netto della sicurezza, un quartiere lasciato a se stesso, e bande che operano nella certezza dell’impunità.»

Le telecamere? Non servono a nulla se nessuno le controlla

«Tutti questi episodi avvengono sotto telecamera.
Questo è il punto più grave. È la prova del nove che questi dispositivi non sono monitorati, o comunque non in modo efficace.
A cosa servono occhi elettronici che non guardano nessuno?
La sicurezza non è un gadget da esibire in conferenza stampa, ma un servizio da garantire ogni giorno.»

Un appello chiaro all’amministrazione

«Non voglio caricare nessuno di lavoro, ma non posso tacere.
I cittadini stanno scrivendo in massa per chiedere almeno l’installazione – o la riattivazione – delle telecamere, e una maggiore presenza delle pattuglie.
Il minimo sindacale in un quartiere come il nostro.

Chiedo quindi, a nome dei residenti e da ex consigliere di Municipio 7, che l’amministrazione:

ripristini un presidio fisso, come c’era prima;

incrementi i controlli nelle ore notturne;

verifichi immediatamente il funzionamento delle telecamere;

intervenga nell’area del parco dove si registrano presenze e attività sospette.»

Milano 7 merita rispetto, non abbandono

«Non chiediamo miracoli. Chiediamo che il nostro quartiere non sia considerato una periferia da dimenticare, buona solo per essere lasciata nelle mani dei delinquenti.
Milano può essere una città sicura. Ma lo diventa solo se chi governa smette di chiudere presidi e inizia a presidiare davvero il territorio.

Io continuerò a raccogliere testimonianze e a dar voce ai residenti.
Il silenzio non ci protegge: la presenza, sì.»

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