Una premessa: io non parlerò di gender in questo articolo. Non perché non c’entri con questa assurda vicenda che riguarda preservativi di una nota marca e l’educazione sessuale. Ma perché è un problema secondario rispetto all’elefante nella stanza. Facciamo un rapido riassunto della vicenda: l’Assessore Martina Riva lancia lo scorso anno una collaborazione con Reckitt Benckiser Healthcare, con Durex Italia, che si prefigge di garantire un accesso sempre più esteso a interventi di educazione affettiva e sessuale per i giovani studenti e studentesse milanesi.
L’accordo, che riguarderà anche la realizzazione della nuova edizione dell’Osservatorio “Giovani e Sessualità” sul territorio di Milano, rende ufficiale la collaborazione tra le parti nell’ambito del progetto “A Luci Accese”, e porterà Milano ad essere tra le prime città in Italia a prevedere, dall’anno scolastico 2024/2025, una proposta di corsi di educazione affettiva e sessuale nelle scuole superiori. Come riporta Affari Italiani.
Orbene, ieri sera in Commissione Giovani in Municipio 3 abbiamo visto i risultati. Non vi tedierò con i dettagli delle decine di classi coinvolte. Farò solo due appunti che secondo me inquadrano perfettamente il problema:
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La Presidente di Municipio ci ha raccontato di quando aveva provato a mettere un distributore di profilattici gratuiti al Leonardo Da Vinci. Purtroppo questo nobile tentativo di usare le mie tasse per pagare il sesso sicuro di qualche adolescente non è andato a buon fine. Però, questo lo aggiungo io, a distanza di qualche decennio per fortuna siamo riusciti a trovare comunque un modo per incrementare il giro d’affari della Durex, dandogli una importantissima vetrina su un sacco di nuovi clienti, in una età in cui tendiamo a proteggerli perché non ancora maturi.
Aggiungo che immagino che il tentativo di installare i distributori sia avvenuto negli stessi anni in cui si lottava per togliere le bevande gassate dai distributori delle scuole. Che spreco. Avremmo potuto invece utilmente ingaggiare la Coca Cola per insegnare Educazione Alimentare. O installare delle slot machine e chiedere ai concessionari di insegnare educazione finanziaria. Sarebbe stato comunque meno ipocrita che chiedere alla Durex di parlare di educazione all’affettività.
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L’apice dell’involontariamente comico lo si è toccato quando, durante l’audizione, si è specificato che i corsi venivano interrotti durante il Ramadan. Il perché non è chiarissimo, pare ci fosse un problema di partecipazione. Non ci si spiega perché, dopotutto: è vero che durante il Ramadan va praticata l’astinenza, ma in queste ore non si infrangeva questo precetto. Giusto? Forse il tema è un po’ più complesso: magari qualcuno che tende a credere davvero nella propria Fede ha dei periodi di minore sopportazione per queste iniziative. E il fatto che durante la Quaresima non si sia fermato nulla la dice lunga. In generale, ancora un sottile, ma fermo, monito sul fatto che l’integrazione non sta funzionando come Boldrini e Salis credono debba funzionare.
In sostanza, abbiamo chiesto a una azienda che vende profilattici di raccontare agli adolescenti come sia giusto gestire l’affettività. Se non ci vedete un problema, ho una brutta notizia per voi.

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.
Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente di poter replicare all’articolo https://www.milanopost.info/2025/06/10/durex-educazione-sessuale/
Assolutamente pertinenti le considerazioni del Dottor Luca Rampazzo riguardo alla iniziativa del Comune di Milano, guidato da Giuseppe Sala, di affidare la cosiddetta “educazione sessuale e all’affettività“ ad una industria di preservativi . Il fatto conferma quanto noto a tutti coloro che non chiudano gli occhi e non si tappino gli orecchi: la cosiddetta “educazione sessuale e all’affettività“ è nella realtà pubblicità manifesta ad intraprendere rapporti sessuali disinvolti, un’opera di sessualizzazione più o meno precoce rivolta a plagiare giovani menti in formazione. I giovani vengono così distolti dal vero scopo affettivo del rapporto con l’altro sesso e quindi dalla responsabilità sia verso l’altra persona sia per la natura procreativa dell’unione fisica sessuale cioè per la possibilità che da tale unione nasca una nuova vita, un bambino. La sessualità viene così ridotta, mercificata a preservativi e a pillole anticoncezionali o del giorno dopo o dei cinque giorni dopo, con tutte le conseguenze nefaste del ricorso a preparati ormonali esogeni.
Il medico che si reca ad un convegno, tra le varie carte cui rispondere per ottenere gli ECM, trova anche il quesito se abbia riscontrato “conflitti di interesse” tra organizzatori, relatori, ditte farmaceutiche o di presidi sanitari. Qui si potrebbe porre il quesito se effettivamente non sussistano “conflitti di interesse” tra industria di preservativi e coloro che ad essa affidano questa cosiddetta “educazione”. Analogamente si potrebbe suggerire che ghepardi tengano corsi rivolti alle gazzelle, che scassinatori illustrino sistemi antifurto alle banche.
Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato ProLife Insieme
http://www.prolifeinsieme.it