Milano, la “Festa del Sacrificio” scatena la rabbia dei residenti: “Sveglia col muezzin e caos in Barona”

Milano

Circa 7.000 fedeli musulmani si sono riuniti sabato mattina a Famagosta per celebrare l’Eid al-Adha, la Festa del Sacrificio. La cerimonia, svoltasi presso il campo sportivo, ha visto i partecipanti pregare in arabo, rivolti verso la Mecca. Ibrahim Gewili, della Fondazione Giovani per il Bene, ha colto l’occasione per esprimere solidarietà a Gaza, definendola “una ferita aperta sul corpo dell’umanità” e invitando a “rompere il silenzio per difendere l’umanità”.

L’imam ha ringraziato “l’Italia e la presidente” per il supporto, specificando che l’evento ha ottenuto “tutti i permessi necessari”. Questo, nonostante alcune critiche ricorrenti che accusano l’Italia di razzismo.


Disagi e polemiche alla Barona

Nonostante le autorizzazioni, il rumoroso risveglio non è stato gradito da tutti i residenti. Un altro raduno si è tenuto presso il campo sportivo di via De Nicola, nel quartiere Barona, che, insieme a Famagosta, sta diventando un punto di riferimento per la comunità islamica. Molti cittadini hanno espresso il loro malumore sui social, in particolare sul gruppo “Barona e zona 6”, legato al consigliere municipale di Fratelli d’Italia, Omar Praticò. La principale lamentela riguarda il canto del muezzin alle prime ore del mattino. “Ma stiamo scherzando? Altra sveglia alle sette con cantilena araba al microfono. Non so cosa sia, ma anche stamattina il campo sportivo in via De Nicola è stato preso d’assalto”, ha scritto un utente. Un’altra residente ha commentato: “Scusate, ma vi sembra normale sentire le litanie a tutto volume alle 7 di mattina? Questa sarebbe l’integrazione?”.


Mancanza di rispetto e problemi di viabilità

Molti residenti hanno parlato di “mancanza di rispetto” verso chi vive e lavora nel quartiere. Oltre al disturbo acustico, sono stati segnalati diversi disagi alla viabilità: la via sarebbe stata chiusa, rendendo impossibile “prendere i mezzi pubblici come la linea 98 e la 71”.

Il consigliere Praticò ha riferito a Libero di aver ricevuto numerose segnalazioni: “Alle 5:30 del mattino sono iniziate le prime preghiere, che, con il volume molto alto, si sono udite anche oltre il quartiere Sant’Ambrogio”. Praticò ha inoltre sottolineato la presenza di scuole, un ospedale (il San Paolo) e una casa di riposo per anziani nelle vicinanze.


Sosta selvaggia e la voce della Chiesa

A far infuriare il quartiere è stata anche la sosta selvaggia: “Auto parcheggiate sulla rotonda, sull’erba, in mezzo alla carreggiata e persino all’interno di cortili privati”. I residenti, ha aggiunto Praticò, “sono stufi di questa situazione che non viene gestita adeguatamente dal Municipio 6, che dovrebbe garantire il rispetto delle regole e dell’ordine pubblico”. Il consigliere ha precisato di non essere contrario alla celebrazione religiosa in sé, ma ha ribadito che, alla luce delle segnalazioni, “così non si può andare avanti”.

Don Bernardo Gallazzi, parroco della Comunità Pastorale Giovanni XXIII, ha invitato a trovare un equilibrio tra le esigenze delle comunità: “L’importante è imparare a convivere nel rispetto reciproco. Eventi del genere sono sporadici, ma è chiaro che vadano gestiti meglio sul piano logistico, magari organizzandosi come si fa per i grandi eventi sportivi a San Siro”.


La situazione a Pioltello: polemiche sull’autorizzazione

Anche a Pioltello, circa 2.500 fedeli si sono ritrovati nell’Area Feste, come avviene da oltre 20 anni. Quest’anno, tuttavia, il Comune non aveva concesso l’autorizzazione per utilizzare lo spazio. L’associazione culturale islamica El Huda, rappresentata da Mohamed Pietro Danova, aveva comunicato alla Questura l’intenzione di organizzare una protesta pacifica davanti al Municipio. Per evitare la presenza di 2.500 persone davanti al Comune, è intervenuta la Prefettura, che ha deciso all’ultimo minuto di spostare l’evento nell’Area Feste, pur senza un’autorizzazione formale. Danova è stato informato della decisione solo a mezzanotte. Il presidente di El Huda, ringraziando le forze dell’ordine, ha espresso gratitudine all’Amministrazione comunale “per aver concesso controvoglia” lo spazio.

In difesa della sindaca Ivonne Cosciotti (centrosinistra), che non aveva concesso l’uso dello spazio pubblico per la preghiera, è intervenuto il leghista Fabrizio Cecchetti, per il quale si tratta “dell’ennesima dimostrazione che questi signori non hanno nessuna intenzione di voler rispettare le nostre regole”. Ha aggiunto che “ricattare, perché questo è un vero e proprio ricatto, è una cosa sbagliata. Devono capire che con la forza non si ottiene nulla”.

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