È più forte di loro. Il rapporto della sinistra con la sicurezza e con gli eserciti risente sempre dell’antica anima rivoluzionaria e antisistema che si maschera di pacifismo ma gratta gratta….
Il sindaco di Monza, Paolo Pilotto, prima ha concesso e poi ha deciso di revocare il sostegno comunale all’Italian Raid Commando.
Da circa 40 anni la UNUCI Lombardia (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia) mantiene addestrati i propri membri e organizza annualmente una manifestazione internazionale di confronto e fraternizzazione con ufficiali in servizio ed in congedo di tutti i paesi alleati.
La manifestazione ha preso ultimamente il nome di ITALIAN RAID COMMANDO e quest’anno si è svolta a Monza sotto la eccellente guida del delegato regionale UNUCI Maggiore Elio Pedica.
Si tratta di un genere di eventi che si tiene senza problemi in tutta Europa, che coinvolge militari in servizio, in pensione, e riservisti. Un momento di competizione, di esercitazione, di allenamento e di addestramento.
Soprattutto un momento di confronto e conoscenza fra componenti di vari eserciti nazionali , tutti contraddistinti da essere presidio della pace, della democrazia e della sicurezza nei rispettivi paesi. Un embrione di quella Difesa Europea che, piu o meno, tutte le forze politiche senza distinzioni vorrebbero ma forse solo a parole.
Il Sindaco di Monza però, messo sotto pressione da pacifisti, collettivi e associazioni antimilitariste che hanno scambiato il pacifico IMC per chissà quale occupazione violenta di chissà quale regime, novello Don Abbondio, non se la è sentita di mettersi contro il profluvio di paroloni e slogan scomodati dai pacifisti brianzoli . Così ha revocato il patrocinio e ha impedito la cerimonia finale al Sacrario dei caduti in Piazza Trento e Trieste. Il tutto condito con un sonoro “questa non è la città per certe cose”.
Rimane un mistero chi possa sentirsi turbato o addirittura offeso da un pacifico momento di incontro di uomini dediti alla sicurezza e alla civile convivenza.
Nel fine settimana brianzolo, tra Briosco e Monza soldati in divisa, muscoli tesi, sguardi duri e una parata domenicale ordinata come un manuale d’addestramento. Ma a movimentare l’idillio ci hanno pensato loro, i pacifisti da combattimento.
Sì, perché a protestare contro “la militarizzazione della Brianza” (che esagerazione!) è scesa in campo, letteralmente, una frangia di manifestanti armata – non di fiori, ma di fischi, cartelli infuocati, vernice e lancio di oggetti. A detta loro, la pace non si fa con le armi. Tranne quando servono per fare a pezzi chi le usa. Il paradosso è servito: per dire no alla violenza, si crea tensione; per combattere il militarismo, ci si organizza militarmente. Alcuni pacifisti sono talmente determinati nella loro missione da sembrare in addestramento anche loro: strategia, attacco, presa delle transenne, lancio di cartello.
Ci si aspetterebbe che chi contesta la guerra lo faccia con una marcia silenziosa. Invece no. I nostri eroi del dissenso hanno optato per la linea dura: urla, spintoni, tensione con le forze dell’ordine. “No alla violenza!” – gridavano – mentre spingevano transenne e lanciavano slogan offensivi verso i militari.
E mentre si invocava la pace con lo spirito di un guerrigliero, ecco comparire scritte e vernice perfino sull’Arengario, simbolo storico della città. Un colpo basso, più che al militarismo, al decoro urbano.
Il risultato è stato che, grazie ai pacifisti da combattimento, anche il Sindaco si è dovuto armare, di idropulitrici, naturalmente a spese dei cittadini.
A noi invece piace esprimere il più sincero ringraziamento sia ai militari in servizio sia alle associazioni d’arma che riuniscono gli ex appartenenti a forze dell’ordine e corpi militari, che ogni giorno continuano a dedicarsi alla nostra sicurezza, alla pace e al bene pubblico.

Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Grazie dell’ottimo articolo direttore Fabrizio DePasquale. Ringrazio di avere finalmente descritto cosa e’ l’UNUCI. Sono un ufficiale in congedo dei CARABINIERI e sono rimasto sinceramente sconcertato dal comportamento contraddittorio del sindaco di Monza. Ricordo quel giorno del 1979 quando insieme al compianto Sindaco e mio professore Bertazzini, tutta la citta’ in corteo confermo’ la sua solidarieta’ al Presidente del Consiglio e ai militari e poliziotti della sua scorta, VITTIME DELLA ORRIBILE VIOLENZA delle Brigate Rosse.
In quegli anni a Monza si moriva uccisi dalle BR, e si continuava a credere nella democrazia grazie alle nostre forze dell’ordine ed ai nostri militari, a cui la nostra citta’ ha sempre riservato un trattamento fraterno e pieno di solidarieta’ amicizia e rispetto, trattamento che la attuale amministrazione ha preferito rinnegare. Vorrei evidenziare che per noi militari in congedo ed in servizio la presenza della UNUCI è delle associazioni d’arma e’ una garanzia per le nostre tradizioni di difesa della Democrazia, della Liberta’ e della Patria.
Diomede Malvaso