Correva l’anno 1999 e il dottor Masaru Emoto, giapponese, (1943 – 2014) pubblicava gli esiti dei suoi esperimenti sull’acqua. Proprio così, l’elemento più semplice e banale con cui ogni giorno abbiamo a che fare. Emoto aveva osservato diversi campioni d’acqua e, dopo che erano stati congelati, si era accorto che a seconda di come questi venivano trattati in precedenza, assumevano forme e disposizioni differenti. In pratica se un campione era stato “trattato bene”, esposto a parole gentili, musica classica, preghiere oppure il suo contenitore veniva etichettato con scritte di apprezzamento, quando il campione veniva congelato, l’acqua, guardata al microscopio a campo oscuro, assumeva le forme di cristalli armonici e simmetrici, ben conformati.
Viceversa se i campioni venivano esposti ad ingiurie, male parole, sentimenti negativi, musiche dissonanti, le forme dei cristalli congelati risultavano scombinate, scomposte e sregolate.
Questo valeva in entrambi i casi anche se la positività e la negatività venivano inviate solo tramite il pensiero. Famoso l’esperimento in cui Emoto metteva del riso a bagno in due contenitori di vetro. Dopo una settimana l’acqua che aveva ricevuto parole gentili, amore e gratitudine era limpida, mentre l’altra torbida e opaca. Queste scoperte sono state raccolte in vari libri, tra cui, “Il miracolo dell’acqua” e “L’insegnamento dell’acqua”. L’acqua così ottenuta viene definita “informata” cioè acquisisce le caratteristiche a cui è esposta e a ricordare le sostanze con cui è venuta in contatto, trasporta le loro informazioni. Si tratta della “memoria dell’acqua” che diventa anche in grado di trasmettere le vibrazioni ricevute.
La cosa ha strette connessioni con l’omeopatia in quanto nelle diluizioni omeopatiche il principio attivo va scomparendo, ma non, secondo questa pratica, la valenza del rimedio che resterebbe memorizzata nell’acqua pura. Ora, se è vero che, per esempio, un bambino crescerà meglio un in contesto amorevole e invece potrà avere difficoltà se a contatto con un ambiente complicato, un mazzo di fiori durerà di più in un ambiente areato piuttosto che in uno oscuro e fumoso, bisogna dire che gli esperimenti di Emoto non hanno mai incontrato il favore dei circoli accademici. Questo perché non scientifici.
Per correttezza di informazione bisogna ricordare che Emoto non era un medico bensì laureato in relazioni internazionali con un master in medicine alternative olistiche quindi non discipline inconfutabili. I test non hanno superato successivi esami di laboratorio a cui sono stati sottoposti, le cosiddette prove in “doppio cieco” perché presentavano troppe variabili tanto da definire la teoria della memoria dell’acqua una pseudoscienza senza fondamento, relegata alle credenze New Age. Un argomento sicuramente affascinante e suggestivo destinato però a rimanere tale perché mai dimostrato.
Eleonora Prina
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