Peace&War: il design etico di Armando Milani

Cultura e spettacolo

Può il design smuovere le coscienze verso azioni di pace? La forza visiva di un manifesto ha lo stesso impatto anche sulle nostre reazioni cognitive e comportamentali? Quale quindi la responsabilità del designer?

Sono questi i temi principali di cui si è discusso martedì 24 gennaio 2025 nella sede dell’ADI Design Museum di Milano, durante l’evento Peace&War by Armando Milani, organizzato da Cappelli Identity Design.

L’evento

Armando Milani con Emanuele Cappelli

A partire dal celebre manifesto Peace&War, disegnato nel 2002 da Armando Milani per le Nazioni Unite e riproposto per questa occasione in un’edizione speciale, limitata a novantanove esemplari firmati, si è svolto un incontro capace di coinvolgere il pubblico di ogni generazione sul tema del design come strumento di comunicazione per questioni universali, come l’identità e la pace. Questioni tanto impegnative quanto stimolanti, sia di per sé, che in considerazione del quadro geopolitico internazionale, segnato da gravi tensioni.

Sono intervenuti all’incontro, il designer Armando Milani, una delle figure più rilevanti della grafica internazionale e autore del manifesto donato alle Nazioni Unite, Luciano Galimberti, Presidente di ADI, Emanuele Cappelli, fondatore di Cappelli Identity Design e del progetto Hats Art Gallery, e l’antropologo Dario Basile, docente dell’Università di Torino e scrittore.

Luciano Galimberti, Presidente di ADI, ha introdotto il dibattito, sottolineando la capacità del design di prendere posizione sulle grandi tematiche del nostro tempo.

Armando Milani, protagonista della serata, ha dichiarato: «Abbiamo il dovere di compiere azioni che facciano riflettere le persone. Con “Peace&War” ho voluto tradurre in immagine un messaggio universale che spinge dall’occhio al cuore e muove verso un cambiamento concreto. Il lavoro del designer, infatti, è quello di tramutare un’idea in un messaggio sociale ed etico e, in questo contesto creativo, il mio committente è l’umanità». Infatti, nel suo manifesto, una colomba bianca su uno sfondo azzurro-cielo, dopo aver preso nel suo becco la lettera “A”, presente nella parola “War”, la porta verso l’alto a completare la parola “Peace”, dove è assente, come a darle concretezza.

Manifesto Peace and War di Armando Milani per le Nazioni Unite

Emanuele Cappelli, fondatore di Cappelli Identity Design e creatore del progetto Hats Art Gallery, che ha l’obiettivo di diffondere la Cultura del Design attraverso opere di autori iconici, ha scelto per l’inaugurazione Armando Milani e il suo manifesto Peace&Warper i messaggi sociali profondi e l’immediatezza comunicativa. «Milani incarna etica ed entusiasmo» e assegna al design il ruolo di «strumento per migliorare la vita delle persone, con una missione etica prima che commerciale»: un vero e proprio cambiamento di paradigma culturale.

Dario Basile, antropologo, ha poi concluso: «Armando Milani sostiene che la pace sia strettamente legata all’amore. Amore e pace sono due parole che vanno perfettamente d’accordo. Amore significa rispetto, empatia», evocando una connessione profonda con l’altro perché ciascuno di noi ha la sua identità nell’insieme delle sue relazioni. È dunque l’amore sociale che porta alla pace, un gesto disinteressato che scaturisce dalla consapevolezza che la vita ha un senso nel rapporto con gli altri.

Il progetto

Peace&War è solo il primo di una serie di eventi che saranno organizzati nel 2025 da Hats Art Gallery, progetto culturale di Cappelli Identity Design, con lo scopo di diffondere la Cultura del Design attraverso la riproduzione di opere realizzate dai più importanti autori nazionali e internazionali. Hats Art Gallery rappresenta una visione artistica e culturale che celebra il design come linguaggio universale, capace di raccontare valori, storia e innovazione, in grado di coinvolgere sia il grande pubblico, sia i collezionisti di arte e design di tutto il mondo.

Il manifesto Peace&War in edizione limitata è disponibile nel bookshop Treccani dell’ADI Design Museum e su hatsartgallery.com.

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