Articoli come questo sono sempre difficili da scrivere. Per moltissime ragioni. Una di queste è capire cosa far prevalere. La cronaca o il sentimento? Molti di voi vorranno sapere i fatti, forse. I fatti, dunque.
Si è spento ieri dopo un breve ricovero all’ospedale San Salvatore dell’Aquila Luca Palmegiani, giovane militante di Forza Italia. Aveva studiato a Milano, fino a laurearsi. Si era candidato anche nel suo comune di nascita, Latina, di cui era coordinatore. Una persona solare, ferma nei suoi valori, era da tutti considerato un ragazzo solare e positivo. Ha deciso, secondo le sue stesse parole, di “varcare il confine della gabbia che mi opprime” sabato, durante il convegno a Roccaraso di Forza Italia Giovani. Ha avuto la sua Comunità nel cuore fino al momento finale. L’ultimo pensiero è stato rivolto al Segretario, Antonio Tajani. “Grazie Antonio, ti saluto Silvio”, seguito da un “Forza Roma”. Poi l’estremo gesto.
Finita la cronaca, c’è il vasto golfo del buio. Che cosa si può dire in un caso del genere? Colpisce una apparente estrema lucidità. Se ne va un ragazzo, e non è un luogo comune, straordinario. Capace di essere un pilastro di Forza Italia Giovani a Milano, anche in stagioni molto difficili, che allo stesso tempo militava nella sua Latina. Dove aveva passato, politicamente, periodi altrettanto burrascosi. C’era sempre e la sua non era una presenza banale. Nel vasto mondo della frivolezza che talvolta caratterizza la politica giovanile, lui era un ragazzo di qualità. Era arrivato a lavorare a Bruxelles.
In questo lungo discorso c’è, ovviamente, un enorme vuoto. Un vuoto a forma di domanda. Perché? Io non lo so. Non conosco nessuno che lo sappia. E il dubbio se di fronte a un gesto del genere sia davvero rilevante esiste. Resta la domanda di cosa potessimo fare, di quali segnali non abbiamo colto. Ha scelto di dirci molto, Luca. Su Instagram, davanti a tutti, non potendo dirlo a voce a chi avrebbe voluto. Ma non il perché. Di certo ha lasciato a tutta la grande famiglia di Forza Italia un compito. Ricordarlo con il sorriso. Il sorriso dietro cui si nascondeva una notte che stava inghiottendo ogni stella.
E così, forse, dobbiamo chiudere questa inadeguata riflessione a caldo. Non ti abbiamo capito, Luca, questo è evidente. Ma, almeno, possiamo ascoltarti ora. Alla fine della notte, ti ricorderemo con il tuo sorriso, la tua sete infinita di libertà, i tuoi valori che erano, sono e resteranno anche i nostri. Nei tuoi ultimi momenti hai chiesto la protezione di Silvio. A lui ti affidiamo. Sicuri che non ti abbandonerà.
Ciao, Luca, non ti dimenticheremo.

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.