E’ il momento del silenzio e della riflessione. “Adesso basta, c’è voglia di silenzio. Dello sgomento, dell’incredulità si è già detto rischiamo il circo mediatico, adesso la comunità ha bisogno di rimanere in silenzio per leccarsi ferite profonde”, osserva il sindaco del paese.
Almeno per uno dei due neonati sepolti in giardino ci sarà un funerale e l’iscrizione all’anagrafe, così ha ipotizzato la procura di Parma, diretta da Alfonso D’Avino, il magistrato che ha coordinato le indagini per la tragedia di Traversetolo. Chi deciderà il nome dell’innocenza violata e della sua vita negata? Come ricordare l’atrocità del gesto perché non sia mai più ripetuto? Perché annientare l’indifendibile esistenza della fragilità assoluta? Un nome, per gridare un diritto umano di valore inestimabile.
Per il secondo neonato, partorito il 12 maggio 2023, la procedura per la registrazione risulta più complessa perché ci sono ancora accertamenti in corso: non è stato infatti stabilito il motivo del decesso e se sia nato vivo o morto. A stabilirlo saranno le perizie medico legali che potrebbero anche aggravare la posizione di Chiara Petrolini, indagata per omicidio premeditato e occultamento di cadavere.
Una ragazza dalla vita normale, poi lì accanto l’orrore, nel giardino di casa come si può cercare una spiegazione: “La normalità è un’idea astratta, nessuno si occupa dell’altro, nessuno sa niente. Nessuno si accorge che una ragazza rimane due volte incinta, due volte spariscono i suoi figli. Fidanzati, mariti, parenti, amici, padre, madre: non c’è nessuno, questa è la realtà! La realtà è che siamo in una sua società di soli, ognuno c’ha il suo telefonino e ognuno si fa i fatti suoi”, dice lo psichiatra Paolo Crepet.
La domanda che tutti si fanno è: com’è possibile che nessuno se ne sia accorto? Non solo delle due gravidanze, ma anche di questo malessere che covava dentro? “Continuiamo a fare finta di non capire cosa sta succedendo – è l’amara considerazione dello psichiatra – questa è una società di indifferenti, questa è la mia opinione. Quindi non ci trovo niente di così strano in questo mondo, in questo mondo, a comportarsi così. Il problema è: chi se ne accorge? Che cosa fai con questa ragazza? Con chi parla questa ragazza? C’è un consultorio? C’è un prete? Ci son delle amiche? No, non c’è niente! È questo il problema che mi preoccupa: è la lotta contro l’indifferenza che è regina di questa nostra cultura”

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano