Con i suoi 7500 km di costa e la leadership mondiale nella produzione di superyacht l’Italia è un punto di riferimento nel turismo nautico e nella nautica da diporto. Il Salone Nautico di Genova, evento chiave del settore a livello globale ritorna dal 19 al 24 settembre.
Il turismo nautico è una delle forme di turismo più dinamiche e in crescita in Europa: una crescita avvalorata dall’incremento dell’indotto economico che ne deriva e che è superiore ad altri settori. Da qui emerge chiaramente come questo settore turistico ed economico sia diventato un’importante opportunità per i tour operator, che vedono un aumento costante delle richieste da parte di quei viaggiatori che vogliono vivere esperienze autentiche e immersive: la vacanza in barca, con il suo stretto contatto con la natura e il mare, trova il suo spazio ideale collocandosi come una forma di turismo esperienziale in forte crescita, come sostiene l’Organizzazione Mondiale del Turismo, che stima un aumento del 57% entro il 2030.
Considerando i suoi 7500 km di costa e i 162.455 posti barca – di cui 67.983 nei 285 porti turistici, 44.805 negli approdi turistici e 49.667 in punti di ormeggio – l’Italia è una meta perfetta per il turismo nautico. Per quanto riguarda l’industria della costruzione navale, in Italia operano circa 350 cantieri navali, con un’attenzione particolare alla produzione di yacht di lusso e superyacht. Nel 2023 – secondo i dati riportati da Confindustria nautica – l’industria cantieristica nautica italiana ha raggiunto un record storico, con un export di 4 miliardi di euro, in crescita del 15,9% rispetto al 2022, nonostante le difficoltà economiche globali.
“Negli ultimi anni il mercato nautico ha visto una crescita costante: nel 2022 il valore globale delle nuove costruzioni ha raggiunto i 33 miliardi di euro, con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente – spiega Clara Benevolo, Professore associato di Economia e gestione delle imprese delle imprese turistiche presso l’Università di Genova– questo sviluppo si riflette anche nel mercato dei superyacht, dove l’Italia è leader mondiale con il 54% della produzione. La domanda di yacht, barche a vela e catamarani alimenta un settore che, per rispondere alle esigenze crescenti, è spinto a innovare continuamente, soprattutto in ambito tecnologico e sostenibile”.
Confrontando l’Italia con gli altri paesi europei, emergono chiaramente alcuni punti di forza, come la grande diversificazione geografica e la presenza di un’industria nautica di altissimo livello, specialmente nel settore dei superyacht. Tra i principali competitor dell’Italia nel turismo nautico si trova la Francia, che ha saputo investire molto nelle sue infrastrutture portuali, con un forte orientamento verso la sostenibilità e la protezione delle coste: il progetto “Porti Puliti” ha coinvolto diverse marine francesi nell’adozione di pratiche sostenibili che hanno portato a numerose certificazioni ambientali, come la Bandiera Blu. Anche la Spagna è un altro attore chiave nel turismo nautico europeo, con la Costa del Sol e le Isole Baleari (in particolare Maiorca, Ibiza e Minorca) che emergono come destinazioni di primo piano per i diportisti di tutto il mondo. Anche Grecia e Croazia fanno capolino come competitors in questo settore.
“I porti turistici costituiscono la principale struttura ricettiva per le imbarcazioni da diporto – prosegue la professoressa Benevolo, membro della Società Italiana di Scienze del Turismo SISTUR– sono attori chiave del turismo nautico e le loro prestazioni influenzano profondamente il successo delle destinazioni nautiche. I diportisti considerano i porti come ‘destinazioni turistiche’ a tutti gli effetti – l’ampia gamma di strutture e servizi offerti attrae i turisti e alcuni stanno rapidamente diventando centri di intrattenimento all-inclusive. Tuttavia in molti porti turistici manca un effettivo orientamento al cliente che si riflette in politiche di marketing carenti che falliscono nelle aree critiche relative alla segmentazione della clientela, alla creazione di una proposta di valore unica, alla progettazione di un’offerta ricca e di alta qualità di servizi tecnici e di svago, comprese adeguate esperienze a terra e, infine, alla valutazione della soddisfazione dei clienti”.
In base agli studi realizzati in questo settore, all’interno del Dipartimento di Economia dell’Università di Genova, la portualità turistica è in continua evoluzione, con sfide strutturali e di mercato che richiedono nuovi approcci gestionali. Tradizionalmente, i porti multi-funzione, che combinavano attività turistiche con quelle commerciali e industriali, stanno lasciando spazio a porti specializzati, come i marina, concepiti esclusivamente per il turismo nautico, che offrono – oltre ai servizi tecnici per le imbarcazioni – anche una vasta gamma di servizi turistici, come ricettività, ristorazione e intrattenimento.
Nel settore persistono, tuttavia, alcune criticità: dalla carenza di posti per i diportisti in transito, alla mancanza di depositi a secco per le imbarcazioni più piccole sino all’aumento dei costi di ormeggio, a fronte di una domanda sempre più attenta alla riduzione delle spese. Tutto questo. unito a una concorrenza crescente e a una domanda più sofisticata, impone ai porti turistici di adottare modelli gestionali più orientati al mercato e al cliente, superando il semplice vantaggio competitivo basato sulla localizzazione.
“L’espansione di catene e reti di porti turistici, come ADAC, TransEuropeMarinas, MP Network e D-Marin – sottolinea Clara Benevolo, esperta nel campo del turismo nautico – sta portando a un maggiore coordinamento settoriale. Questo fenomeno potrebbe ridisegnare il panorama competitivo nel medio-lungo termine, con una crescente attenzione alla comunicazione e al posizionamento internazionale delle strutture, supportata da strategie di marketing sempre più mirate. Il settore della nautica da diporto in Europa è fortemente influenzato da tendenze demografiche ed economiche, in particolare dall’invecchiamento della popolazione e dalla crisi economica. L’età media dei diportisti è aumentata, con una crescente domanda di comfort, sicurezza e accessibilità da parte di una fascia di utenti più anziana, mentre la classe media, colpita dalla crisi, ha ridotto l’acquisto di imbarcazioni, preferendo soluzioni più economiche come il noleggio o la multiproprietà. Per attrarre più turisti, le imprese portuali devono differenziarsi offrendo un’ampia gamma di servizi, sia per le imbarcazioni che per i diportisti stessi, e personalizzare la loro offerta in base alle diverse esigenze dei clienti”.
Il Salone Nautico di Genova
L’Università di Genova ha costituito, al suo interno, il Centro del Mare il quale riunisce le discipline che nel mare trovano il proprio campo di indagine e che formano competenze fortemente specialistiche e multidisciplinari: sono più di 400 i docenti e i ricercatori che svolgono attività di didattica e di ricerca sul mare. La combinazione tra ricerca accademica, come quella promossa dall’Università di Genova, e il dinamismo del settore commerciale, offre uno scenario ideale per lo sviluppo del turismo nautico, grazie ad un approccio integrato, che unisce sapere, innovazione e promozione, rafforzando la posizione della Liguria e di Genova come hub centrale nel panorama del turismo nautico internazionale. Non a caso il Salone Nautico di Genova, rappresenta uno dei più grandi eventi del settore: quest’anno, infatti, per la sua 64^esima edizione, dal 19 al 24 settembre, saranno oltre mille i marchi e le imbarcazioni in esposizione, tra cui 100 novità e più di 30 anteprime.
“La 64° edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova si annuncia come il momento delle conferme e del consolidamento – dichiara il Presidente de I Saloni Nautici, Andrea Razeto – il quadro macroeconomico internazionale, che offre una doppia lettura fra tensioni politico-militari e annunciati tagli dei tassi di interesse, sembra al momento non intaccare il trend positivo che caratterizza il settore ormai da alcuni anni. Il primato della nautica ‘made in Italy’ nel mondo è consolidato da oltre venti anni. Nel 2023, la leadership globale nella produzione italiana di superyacht ha registrato +21% rispetto all’anno precedente detenendo il 51% degli ordini globali – prosegue il presidente Razeto – una imbarcazione su due, nei mari del mondo, è Made in Italy. In questo quadro, il Salone Nautico è lo strumento che da sempre ha sostenuto e amplificato la spinta all’internazionalizzazione del settore, facendo conoscere all’estero i nostri valori. Grazie al Piano di Promozione del Made in Italy del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, al Salone Nautico di Genova arriveranno i più importanti operatori del settore e della stampa estera specializzata, provenienti quest’anno da oltre 30 differenti Paesi di tutti i cinque continenti”.
“Il Salone Nautico di Genova, grazie alla crescente rilevanza della nautica italiana a livello internazionale, si conferma un evento di riferimento per l’industria marittima globale – dichiara Marina Stella, Direttore Generale di Confindustria Nautica – Il programma di conferenze e convegni, patrocinato dalla Commissione Europea, riflette l’autorevolezza di Confindustria Nautica anche in ambito europeo. Il binomio sostenibilità/innovazione, ormai indissolubile, è architrave in un settore in continua evoluzione come la nautica. Il Design Innovation Award, istituito da Confindustria Nautica e Salone Nautico di Genova – prosegue Stella – è nato proprio con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze del design nautico e premiare i prodotti che rappresentano il meglio dell’innovazione tecnologica e stilistica”.
La sostenibilità rappresenta una sfida importante per l’industria nautica e per il Salone Nautico, e al contempo una grande opportunità di sviluppo e di posizionamento: “Su questo percorso, Confindustria Nautica e I Saloni Nautici hanno adottato già nel 2020 il Sustainability Honor Code – sottolinea Maurizio Grosso, Direttore tecnico e sostenibilità del Salone Nautico – che è stato condiviso con gli espositori e con tutti i soggetti coinvolti nel processo di organizzazione e allestimento del Salone Nautico di Genova, punto di riferimento internazionale della nostra industria. In questa 64^ edizione, abbiamo voluto progettare un evento sempre più aderente agli standard di sostenibilità, ponendoci l’obiettivo di raggiungere la Certificazione ISO20121 per l’organizzazione degli eventi sostenibili”.
Giornalista, autrice e conduttrice tv ha prodotto per quasi un decennio un noto programma televisivo sull’arte e la cultura in Sicilia, Profile Magazine tv.
Scrive per diverse testate ed è stata Direttore Responsabile di CulturaIdentità.
Oggi è Coordinatore Nazionale e responsabile della comunicazione dell’Unione Nazionale Vittime(UNAVI).
Ottimo articolo…. per la Nautica Italiana, non, a mio avviso, per la Portualità Turistica! I 165.000 posti barca nazionali, si rifanno ad un mio studio del 2001, quando ancora ero , da Capitano di Vascello a capo dell’Ufficio Porti Turistici del Ministero dei Trasporti. Nel 2001 Il numero dei posti barca era notevolmente aumentato rispetto agli anni precedenti, a seguito della entrata in vigore del D.P.R. 509/1997, – cosi detto Decreto Burlando, redatto dal mio ufficio, e che ha consentito la realizzazione di circa 40 nuovi porti nei successivi alla sua entrata vigore. Oggi il decreto ha necessità di essere rivisto e velocizzato nei processi amministrativi, altrimenti gli imprenditori privati non investono se non hanno tempi certi di ritorno. Se ne parla ma ….siamo ancora fermi!