L’ennesima evasione dal carcere minorile Beccaria di Milano, dove due giovani detenuti sono riusciti a scavalcare il muro di cinta e a fuggire, rappresenta un campanello d’allarme che non può essere ignorato.
La sicurezza delle strutture minorili, in particolare quelle di Milano e Roma, è ormai in uno stato di emergenza e richiede un intervento immediato. “Non è più tollerabile assistere a situazioni come questa,” afferma il Dott. Roberto Santini, Segretario Generale del Si.N.A.P.Pe. “Il Beccaria di Milano, che avrebbe dovuto essere un modello per il recupero e la rieducazione dei giovani detenuti, si è trasformato in un campo aperto dove le fughe sembrano essere all’ordine del giorno. Questa evasione è solo l’ultimo episodio di una lunga serie che ci mette di fronte a un fallimento gestionale e strutturale. È tempo di agire!”.
Il Si.N.A.P.Pe. non accetta più alibi e lancia un appello forte e chiaro al Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, il Presidente Antonio Sangermano. “Al tavolo del 17 settembre ci aspettiamo che vengano presentate soluzioni reali e applicabili per rafforzare la sicurezza degli istituti penitenziari minorili,” prosegue Santini. “Non si tratta solo di proteggere i cittadini dalla possibilità di fughe, ma anche di salvaguardare l’incolumità e la dignità degli agenti di Polizia Penitenziaria che, quotidianamente, si trovano a operare in condizioni sempre più insostenibili.”
L’attenzione del Si.N.A.P.Pe. si concentra non solo sul Beccaria di Milano, ma anche sull’Istituto Penale Minorile (IPM) di Roma, strutture che stanno vivendo una crisi profonda. “Chiediamo che al tavolo del 17 settembre non si parli solo di palliativi, ma di un piano di azione concreto: rinforzi al personale, interventi strutturali per aumentare la sicurezza e una revisione delle modalità di gestione dei detenuti più problematici,” dichiara il Segretario Generale.
Il Si.N.A.P.Pe. richiama l’attenzione sulla crescente tensione tra il personale penitenziario, che si sente abbandonato dalle istituzioni. “Non possiamo permettere che chi lavora in prima linea venga lasciato solo,” conclude Santini. “È necessario ripristinare la dignità e il rispetto del ruolo della Polizia Penitenziaria, senza più scuse o ritardi. I lavoratori meritano soluzioni vere e rapide, così come la comunità merita strutture che funzionino per garantire la sicurezza di tutti.”
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